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Il Pd sospende Primo Greganti, il compagno G

Nicoletta Orlandi Posti
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Primo Gregant, il compagno G accusato di far parte della "cricca" degli appalti dell'Expo, è stato sospeso dal partito. La notizia, resa nota dall'Huffington, è ufficiale: una “sospensione cautelare” in attesa di chiarire la sua posizione giudiziaria, cui potrebbe seguire una espulsione definitiva. Greganti, conferma la segreteria provinciale Pd di Torino, risulta iscritto nella quarta circoscrizione torinese San Donato (quartiere Parella) negli anni 2012 e 2013 e proprio in questi giorni avrebbe dovuto rinnovare la tessera per il 2014. Ma non lo farà visto che in caso di arresto o di “dubbia condotta” è quasi automatico l'allontanamento. E il compagno “G” non fa eccezione. “Dopo la notizia dell'arresto è scattato immediatamente il provvedimento di sospensione cautelativa", spiega il segretario provinciale del Pd di Torino Fabrizio Morri all'Huffington. "ovviamente se in queste settimane dovesse chiederci di iscriversi anche per l'anno corrente non glielo consentiremo”. “Mi dispiace molto a livello umano", aggiunge Morri, "Greganti cercava di risollevarsi dal punto di vista professionale. Ma certamente faceva tutto per sé, e non per il partito”. Sotto accusa, che rischiano di far vacillare l'intero Pd, poi, ci sono anche le commesse alle “cooperative rosse”, sulle quali proprio in queste ore stanno indagando i magistrati milanesi. L'interesse per la Cina - Intanto cominciano ad uscire le intercettazioni dalle quali emerge la particolare attenzione di Greganti al padiglione cinese dell'Expo: una questione di grande interesse per il compagno G. Greganti, il 21 marzo scorso, parlando al telefono con Luciano Torquat, attuale liquidatore e già rappresentante legale di Tempi Moderni S.r.l. «sottolinea - si legge nel provvedimento del giudice - che la Cina ha intenzione di predisporre l'intero padiglione in modalità self-built. Tuttavia - annota il giudice - (...) riferisce di aver comunque rappresentato l'importanza della sua mediazione». I due dopo aver commentato l'arresto appena avvenuto di Antonio Rognoni, l'ex dg di Infrastrutture Lombarde destinatario di una nuova ordinanza ai domiciliari, parlano del padiglione cinese. «Beh i cinesi li abbiamo incontrati, li ho incontrati a Milano», dice Greganti aggiungendo che «fanno fare tutto giù in Cina, qui c'è solo un problema di montaggio.... Perchè c'è un rapporto con le Istituzioni, con l'Amministrazione, un rapporto con le altre imprese che lavorano lì....(...) comunque, in ogni caso, gli abbiamo detto noi siamo qua (...) che se avete bisogno noi ci siamo, insomma». L'ex funzionario del Pci ha poi proseguito: «vi assistiamo in tutto, voi state tranquilli, definiamo prima quali sono i costi, voi sicuramente risparmiate, accelerate i tempi e noi vi diamo una mano. Questa è stata l'impostazione». Inoltre afferma di avere avuto la richiesta «di preparare una memoria in cinese e mandarla giù in Cina (...) noi abbiamo preparato la memoria, l'abbiamo mandata su in Cina». La conversazione si chiude con Greganti che afferma di tenere conto che «la CMC già c'ha un ufficio in Cina a Shangai».

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