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Mensa scolastica, il sindaco grillino: "Niente dolce per i bambini poveri"

Nicoletta Orlandi Posti
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Due menù nelle mense scolastiche, con o senza dolce, a seconda della possibilità di pagamento dei genitori dei bambini. E' quanto accade a Pomezia, un comune della provincia di Roma, dove il sindaco del Movimento 5 Stelle Fabio Fucci ha previsto per il prossimo anno due menù: uno meno costoso (4 euro) ed uno più costoso (4,40 euro). A fare la differenza è il dolce alla fine del pasto. Una inaccettabile discriminazione tra i bambini sulla base del censo e delle capacità economiche delle loro famiglie, che ha scatenato subito le denunce da parte dell'opposizione.  «È inaccettabile la scelta operata dalla giunta grillina di Pomezia di utilizzare due menù nelle mense scolastiche a seconda della possibilità di pagamento dei genitori dei bambini - sottolineano i senatori del Pd Valeria Fedeli e Raffaele Ranucci - In sostanza a chi paga di più viene fornito un pasto completo».«E questo - continuano - in una scuola pubblica. Una cultura discriminatoria quella portata avanti dal Movimento 5 stelle che, nascondendosi dietro al cosiddetto governo partecipato, arriva al punto di far subire a dei bambini nell'età più delicata l'esperienza più terribile: la diseguaglianza sociale». «Una decisione incredibile - sottolineano Fedeli e Ranucci - per un partito che in questi giorni si candida a  rappresentare i cittadini in Europa e che rivela la sua vera indole, quella di un movimento che vuole minare alle fondamenta la convivenza civile e democratica del paese». «Mai ci saremmo immaginati che si potesse anche solo ipotizzare una differenziazione di trattamento così odiosa, dinanzi alla quale crolla qualsiasi giustificazione, finanche quella di averne discusso preventivamente con alcuni genitori, come ha riferito in alcune interviste alla stampa locale la vicesindaco», ha tuonato il coordinatore cittadino di Sel, Walter Bianco. Nello specifico si tratta di un appalto che durerà tre anni e fornirà oltre 400mila pasti l'anno, che contempla un menù completo e uno ridotto con due costi diversi per le famiglie differenziandosi per la presenza o assenza della portata del dolce. Una scelta che colpisce bambini sia della scuola primaria che dell'infanzia e che non fa in alcun modo riferimento a convinzioni alimentari (ad esempio per vegetariani, vegani, musulmani) ma solo ed esclusivamente a parametri economici.

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