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La gelosia di Scajola per lady Matacena: le dava un lavoro e la faceva pedinare

Nicoletta Orlandi Posti
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Claudio Scajola avrebbe fatto pedinare la moglie dell'amico Amedeo Matacena latitante a Dubai per gelosia. Prima le aveva trovato lavoro presso il tesoriere del Pdl Ignazio Abrignani, poi ossessionato dal legame di Chiara Rizzo con l'imprenditore Francesco Bellavista Caltagirone l'avrebbe fatta seguire. Tutto questo emerge dall'interrogatorio al quale i pubblici ministeri calabresi hanno sottoposto l'ex ministro in carcere. Interrogatori in cui, rivela il Corriere della Sera, Scajola ha fatto delle ammissioni che per gli inquirenti sono elementi preziosi per una ricostruzione accusatoria che pone l'ex titolare dell'Interno al centro di una rete che si sarebbe mossa per "favorire la criminalità organizzata". "E' vero mi adoperai per Amedeo Matacena per fargli avere l'asilo politico a Dubai", avrebbe detto Scajola ai pm. "L'ho fatto perchè era un amico e un parlamentare di Forza Italia. Con lui mi comportavo come fossi il suo avvocato". "Aiutai anche Chiara", ha ammesso l'azzurro in carcere, "facendola lavorare per il tesoriere dal Pdl Ignazio Abrignani". La conferma arriva dagli stessi legali della signora Matacena che hanno depositato il contratto e da Abrignani. "Sì, in effetti per alcuni mesi le ho fatto un contratto. Le ho dato una mano", ha detto il tesoriere del Pdl a Repubblica. "Io mi occupo di turismo, quindi, feci questo favore. Ma parliamo di un contrattino". Il deputato di Forza Italia spiega di occuparsi di turismo «come deputato. Sono presidente dell'Osservatorio parlamentare per il turismo». «Se mi chiama un amico e mi dice: c'è una persona in difficoltà, dai aiutiamola, manco sapevo bene chi era, lo faccio», aggiunge. Ma poi precisa che il compenso previsto dal contratto alla Rizzo sarebbe stato pagato dallo stesso parlamentare. «Pagavo io - dice - Era un contratto che mi sono accollato io. Nulla di trascendentale: mille euro al mese". Da parte sua la segretaria di Matacena, Maria Grazia Fiordelisi, nel corso dell'interrogatorio in carcere, ricostruendo quello che avvenne tra l'agosto del 2013 e il febbraio scorso ha rivelato che Scajola fece pedinare Chiara Rizzo. Le intercettazioni e i pedinamenti affidati agli investigatori della Dia, si legge sul Corriere, avrebbero effettivamente confermato questo particolare avvalorando l'ipotesi che il "controllo" fosse stato deciso per motivi di gelosia. Scajola avrebbe infatti mal digerito il legame che c'era tra Rizzo e l'imprenditore Francesco Gaetano Caltagirone, l'amico che improvvisamente nelle conversazioni veniva definito "l'orco".

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