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Rai, una rete senza pubblicità e canone secondo reddito

Nicoletta Orlandi Posti
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Un referendum sulla tv di Stato. Prima di riformare la Rai il governo Renzi ha deciso di avviare una consultazione pubblica per ricevere suggerimenti e orientarsi. Un'idea sul modello dei quesiti che la Bbc che ogni 10 anni rivolge ai suoi utenti. Basterà registrarsi (l'uso del codice fiscale impedirà un doppio voto) per rispondere a domande semplici e chiare, del tipo, anticipa il Corriere della Sera, quante reti Rai volete senza pubblicità? Quante testate giornalistiche? Quali contenuti vi aspettate? E così via. La consultazione durerà 60 giorni. Raccolto il materiale, la seconda fase sarà l'ascolto degli addetti ai lavori: operatori televisivi, industri, autori, mondo della pubblicità. E così, entro la fine dell'anno, il governo presenterà una riforma. Canone - Riforma che riguarderà anche la lotta all'evasione, che ha raggiunto quota 26% degli abbonati con una perdita stimata sui 500-600 milioni di euro. Il governo, rivela Paolo Conti, ha deciso di combattere il fenomeno immaginando tre ipotesi entro il 2014: canone collegato all'utenza elettrica, come in Francia; canone coordinato con la residenza; canone rapportato alla capacità di spesa, con un meccanismo innovativo che abolisca l'imposta uguale per tutti: più alta per chi spende di più, più bassa per esempio per i pensionati. La Rai in Borsa - La troika incaricata da Renzi di immaginare la nuova Rai - formata dal sottosegretario allo Sviluppo Economico con delega alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all'editoria, Luca Lotti, e il sottosegretario all'Economia, Giovanni Legnini - sta pensando anche alla vendita di Rai Way, Mediobanca ha valutato il valore delle Reti in un miliardo di euro. Collocando in borsa un terzo della proprietà, Rai incasserebbe 300 milioni. Governance - Quanto alla governance, prende quota l'ipotesi di affidare a un trust nominato dal Quirinale su una lista presentata dal governo, e formata da personaggi slegati da partiti e appartenenze, il compito di nominare un amministratore unico e di stendere ogni anno un rapporto sullo stato del Servizio pubblico. Della commissione di Vigilanza Rai ne verrebbe rivisto il ruolo e il potere. Fabbrica Rai - Poi c'è l'obiettivo di far rientrare la creatività e l'invenzione di format nella «fabbrica Rai». Ora, spiega il Corsera, tutto (intrattenimento, show, grandi eventi) è affidato a grandi produttori esterni, ma Renzi vorrebbe ripristinare la tv di Stato come industria culturale e ideativa.

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