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Jesi, africano armato di machete semina panico tra la folla

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Vezzani Flavia
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Un caso che ricorda quello di Adam Kabobo, il ghanese che l'11 maggio 2013 uccise tre passanti a Milano a colpi di piccone. Tra le 19,30 e le 21 di ieri sera 1 settembre, a Jesi si è scatenato il panico quando un giovane pluripregiudicato di 26 anni e di nazionalità africana, armato con due machete, ha minacciato di decapitare i passanti nella zona di Porta Valle. Tragedia scampata - Fortunatamente  il bilancio finale è meno tragico rispetto al caso milanese: un solo ferito, il comandante della locale Compagnia carabinieri, Mauro Epifani, colpito di striscio al fianco sinistro poco prima di riuscire a immobilizzare e arrestare l'uomo. Il giovane aveva infranto la vetrina di un'armeria in una vicina galleria commerciale e si era impossessato di tre coltelli. Uno gli era subito caduto di mano, mentre si è servito degli altri due per minacciare e intimorire i passanti pronunciando frasi sconnesse e prive di senso. Il tentativo di fuga del malvivente è durato ben poco, ha tentato di nascondersi nella chiesa di San Pietro Apostolo, ma è stato subito circondato dalle forze di polizia. Coinvolti sul campo poliziotti in borghese, carabienieri e vigili urbani. Il capitano Epifani gli si è avvicinato con le mani alzate portando con sè la madre del giovane per convincerlo ad arrendersi. Esplosi anche alcuni colpi di arma da fuoco, uno dei quali colpito di striscio ad una gamba il giovane africano.    

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