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Concordia, parla Dominca: "Un elicottero portò via un oggetto dalla nave"

Ignazio Stagno
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La vicenda della Costa Concordia e la presunta fuga del comandante Francesco Schettino si tinge ancora di giallo. Dopo le minacce, parla Dominca Certoman, la donna moldava che era in compagnia di Schettino al momento dell'urto con lo scoglio del Giglio. In un'intervista a Mattino Cinque la ragazza ha parlato di quella notte e delle fasi concitate che seguirono l'impatto col Giglio. "Un elicottero si avvicinò alla Concordia che stava affondando e avrebbe prelevato un oggetto. Non l'ho visto personalmente, ma me lo ha detto chi aveva il contatto diretto con l'elicottero", afferma in tv. Insomma per la moldava l'elicottero sarebbe dunque arrivato per prelevare "qualcosa" e sarebbe stato inviato da Costa.  Il racconto - La donna ha anche riferito che Francesco Schettino condusse sul Ponte 11 lei e Ciro Onorato, fratello dell'allora direttore generale del gruppo Costa, mentre la nave stava affondando. "Questo non è stato un incidente di bicicletta, ma di una grande nave", ci sono più "persone responsabili", dice la Cemortan. In particolare "questa persona sarebbe un primo ufficiale, dopo il capitano: al momento dell'impatto lui lavora col capitano. Dopo questo momento, non l'ho visto più sul ponte, io non so dove" fosse andato "perché quando il capitano dice di abbandonare la nave, lui non c'è più". I dubbi - "Voglio anche dire - aggiunge - che questa persona oggi lavora in Costa e il suo grado è più". "Vuol dire che è stato promosso?", le viene chiesto. "Sì" e "come può essere promosso una persona che è stata responsabile col capitano, la persona dopo il capitano, il primo ufficiale. Non posso capire, per me non è normale". Ad ogni modo, aggiunge la moldava, "questa persona non è stata sentita in aula, non l'ho vista. Io ho visto il procuratore, io ho visto le persone sentite dopo di me. Penso che sia stato ascoltato, ma non in aula". Le domande - "Sono stata chiamata dalla compagnia" Costa Crociere "per parlare con loro, in ufficio. C'erano molte persone, avvocati e ufficiali. Mi hanno chiesto cosa avessi visto" la sera del naufragio al Giglio. Nessuno, nell'inchiesta e al processo, le ha mai chiesto qualcosa in proposito all'oggetto misterioso che, a suo dire, sarebbe stato prelevato dalla Concordia che affondava.

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