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Napoli, Luigi De Magistris sospeso: "Non mi dimetto" e punta alla prescrizione. Pizzino: "Napolitano era indagato"

Giulio Bucchi
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Il sindaco di Napoli Luigi De Magistris non molla la poltrona e anzi inizia la sua "resistenza", con tanto di offensiva al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Mercoledì la decisione del prefetto di Napoli di sospendere, come da legge Severino, il sindaco condannato a un anno e tre mesi per abuso d'ufficio in primo grado per gli abusi commessi da pm durante il processo Why Not, con le intercettazioni non autorizzate effettuate da Gioacchino Genchi al premier Romano Prodi e al ministro della Giustizia Clemente Mastella. Ma De Magistris, in sprezzo alle toghe sue ex colleghe, tiene duro: "Non mi dimetto, farò il sindaco in strada". E a chi gli chiede della sentenza replica con un "Se la vedete, salutatemela" che sa tanto di sfottò. Il "pizzino" per Napolitano - E sa invece di pizzino la notizia filtrata sempre mercoledì sera su un precedente con Napolitano (che, ironia del destino, proprio in queste ore è a Napoli per il board delle Piccole e medie imprese e che non incontrerà il sindaco). Il presidente 20 anni fa finì sul registro degli indagati della Procura di Napoli durante il periodo di Tangentopoli quando ricopriva l'incarico di presidente della Camera. A dar conto di quella iscrizione, secretata dai pm partenopei che poi disposero l'archiviazione del procedimento non avendo trovato riscontro alle dichiarazioni di un imprenditore, è stato il 9 maggio scorso proprio il sindaco di Napoli (ex?) in una udienza dello stesso processo Why not. "Io ritenni di secretare - aveva detto al Tribunale di Roma De Magistris spiegando come aveva gestito quella inchiesta quando era pm a Catanzaro - poiché avevo elementi per ritenere, come poi si è dimostrato successivamente, i collegamenti strettissimi tra gli altri di Pittelli con il procuratore della Repubblica, tanto da fare una società col figlio del procuratore. Atto sicuramente forte, mi sono posto il problema se potessi secretarlo, mi sono anche consultato, c'era stato un precedente alla procura della Repubblica di Napoli dove il mio magistrato affidatario, il dottore Cantelmo, oggi procuratore della Repubblica, e un altro magistrato oggi componente d'esame, Quatrano, mi dissero che anche loro durante l'inchiesta di Tangentopoli procedettero a secretare una iscrizione, in particolare dell'allora presidente della Camera Giorgio Napolitano e secretarono per evitare che ci potesse stare una fuga di notizie". Fuga di notizie che invece c'è stata ieri. D'altronde, era stato lo stesso De Magistris ad annunciare qualche giorno fa la sua vendetta: "Renderò noti i verbali delle mie deposizioni".  La carta prescrizione - Anche a causa di queste rese dei conti, a Napoli si apre uno scenario caotico. Al posto di De Magistris prenderà le redini della città il suo vice Tommaso Sodano, ex senatore di Rifondazione comunista. Il 12 ottobre si procederà regolarmente al voto per la Città metropolitana ma nel frattempo De Magistris non starà a guardare: farà ricorso al Tar contro la sua sospensione e confida nella prescrizione che probabilmente arriverà nella primavera 2015. Niente male, per un uomo di legge.

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