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Daniele De Santis e la morte di Ciro Esposito: "Ho sparato io, ma mi stavano ammazzando. Sono disperato"

michele deroma
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Con una lettera alla procura di Roma, Daniele De Santis, ultrà romanista accusato di aver ucciso Ciro Esposito nel convulso pre-partita di Napoli-Fiorentina dello scorso maggio, ha voluto dire la sua su quanto accaduto quel sabato pomeriggio. De Santis ha deciso di rendere pubblici alcuni stralci della sua lettera. Le parole di De Santis - "Sono davvero disperato per quello che è successo e mi porto dentro tutto il dolore per la morte di Ciro Esposito. Non volevo uccidere proprio nessuno, però purtroppo alla fine un ragazzo è morto. Voglio dire che è vero, alla fine i colpi li ho esplosi io ma senza mirare. Ero pieno di sangue dappertutto. Mi stavano ammazzando punto e basta. Non ho tirato nessun bombone, solo un fumogeno. Sono uscito da casa mia per chiudere il cancello perché si sentiva un casino e dentro stavano giocando i ragazzi. Quando sono uscito ho solo raccolto un fumogeno che stava per terra, l'ho tirato e ho strillato al conducente del pullman di levarsi da là quando ho visto che c'erano già casini. Hanno detto che volevo aggredire donne e bambini, mai fatto in vita mia. Mi stanno mettendo contro Napoli, come una guerra. La verità sta uscendo da sola e spero continuerà così. I medici mi hanno detto che rimarrò zoppo ma soprattutto ho paura per me e per i miei familiari. Dicono che le coltellate me le sono fatte tramite i servizi segreti. Tutte le parole su quello che è accaduto realmente alimenterebbero un clima di odio e scatenerebbero qualche altro pazzo, visto che mi hanno messo contro una città intera come se fosse una guerra. Ma per fortuna la verità sta emergendo da sola".

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