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Truffa all'Inps dei furbetti stranieri: vita all'estero ma sussidio in Italia

Nicoletta Orlandi Posti
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Non vivevano più in Italia da tempo, ma di rinunciare a quei 450 euro «facili» che l'Inps versava loro ogni mese proprio non ne volevano sapere. Così la Guardia di Finanza ha condotto una maxi operazione che ha portato, ieri, all'individuazione di 325 persone: tutte straniere. Ora sono state segnalate all'autorità giudiziaria ordinaria, sulla loro testa pendono reati di truffa o malversazione nei confronti della magistratura contabile. E dire che il danno economico che hanno causato allo Stato è di 4 milioni e mezzo di euro, mica bruscolini. Si stima che il solo blocco di quegli assegni sociali farà risparmiare all'Inps 2 milioni di euro l'anno. L'operazione è stata coordinata dalle Fiamme gialle, coinvolti i Comandi di almeno 75 province. Ma non solo. I militari, infatti, hanno, collaborato con lo stesso Inps: non a caso una manciata di settimane fa era stato firmato tra la Guardia di Finanza e l'ente previdenziale uno specifico protocollo d'intesa. Partendo semplicemente dall'analisi dei dati sugli assegnatari dell'assegno messi a disposizione dall'Inps, le Fiamme gialle hanno scoperto la maxi truffa. È bastato poco, per la verità. Un semplice esame incrociato con altre banche dati come quelle della polizia e di posizioni sospette ne sono saltate fuori parecchie: 325, per la precisione. Il picco di irregolarità è della Lombardia, con un danno erariale superiore ai 677mila euro. Ma l'operazione della finanza ha riguardato un po' tutto il Paese: nel Lazio il danno stimato è di 663mila euro, in Campania di 395mila, in Toscana di 362 e in Emilia Romagna di 319. Ma cos'è un assegno sociale? Si tratta di una prestazione economica erogata dall'Inps su domanda dell'utente e in favore di quei cittadini che si trovano in condizioni particolarmente disagiate. Cittadini che, però, devono dimostrare di avere alcuni requisiti: anzitutto devono aver superato i 65 anni d'età, e poi devono essere stabilmente residenti in Italia. Appunto. Anche perché il semplice allontanamento dal Paese per un tempo superiore ai 30 giorni fa scattare la sospensione (seppur temporanea) della prestazione. «Le truffe ai danni dell'Inps ci sono sempre state e ci saranno sempre, purtroppo». A dirlo è Giuliano Cazzola. Ex deputato con all'attivo un lungo curriculum in tema di enti previdenziali: Cazzola è stato, tra l'altro, un membro del collegio dei sindaci proprio dell'Inps, dal 2002 al 2007. «In questo caso siamo di fronte a una situazione complessa», spiega. «È chiaro che c'è qualche meccanismo di truffa. Probabilmente quelle persone delegavano qualche parente che materialmente si recava a incassare la pensione». Facile immaginarselo, ma come si può evitare queste truffe? «Ci si potrebbe dotare di regole più severe, magari proprio per quanto riguarda il periodo di residenza effettiva in Italia, che adesso è di 10 anni». Capita comunque che ci siano anche Italiani che vanno a vivere in un altro paese continuando a riscuotere la pensione. È il caso di un'indagine precedente, e analoga, collegata alla maxi operazione delle Fiamme gialle di ieri. In quell'occasione erano state denunciati 418 italiani iscritti all'Aire (l'Anagrafe degli italiani residenti all'estero) che continuavano a percepire l'assegno sociale nonostante vivessero ben lontani dal Belpaese (le regioni più colpite erano state Calabria, Sicilia e Lazio). Anche in quel caso l'interruzione del pagamento da parte dell'Inps aveva consentito all'istituto un risparmio annuo di due milioni e mezzo di euro, ma il danno economico registrato era stato di 9 milioni. di CLAUDIA OSMETTI

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