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Università, la classifica delle migliori 500 al mondo: l'Italia cola a picco

laura vezzo
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Nella classifica delle migliori università al mondo, l'Italia cola a picco. Il primo ateneo in graduatoria? La Sapienza di Roma, che si piazza alla ben poco lusinghiera 139esima posizione. Poi, spulciando ancora più in basso, troviamo le università di Bologna e Padova, rispettivamente alla 145esima e 146esima posizione. Milano, quarta su scala nazionale, si piazza al 155esimo posto a livello mondiale. E' quanto emerge da un report di U.S News & World Report, società statunitense specializzata in analisi di mercato, La classifica, elaborata sulla base dei dati forniti dal gruppo Thomson Reuters, ha indicato i 500 migliori atenei del globo. La top ten - Si scopre così che il podio è interamente riservato ad atenei statunitensi: al primo posto, con 100 punti, si piazza l'università di Harvard, al secondo la Massachusetts Institute of Technology e al terzo la Berkeley, l'università della California. Rimaniamo ancora negli Usa anche per la quarta postazione, che premia la Stanford University. Al quinto e sesto posto, invece, il Regno Unito con gli atenei di Oxford e Cambridge. Si ritorna negli Stati Uniti d'America per le ultime quattro università nella top ten dei migliori atenei al mondo: alla settimana e ottava posizione in graduatoria si classificano due università della California, l'Institute of Technology e l'Università della California-Los Angeles. Le ultime due posizioni sono ancora una volta occupate da università americane: il nono posto è assegnato all' Università di Chicago, mentre l'ultima in top ten è la Columbia University di New York. Il rettore - Come detto, il Belpaese in questa classifica non brilla. Ben oltre il 100esimo posto con l'università romano. Un commento alla ricerca è arrivato dal Rettore uscente della Sapienza, Luigi Frati, che ha spiegato: "La classifica conferma come il nostro ateneo rappresenta un'eccellenza nel panorama mondiale nonostante i tagli economici alle università". Il Fondo di finanziamento ordinario della Sapienza, infatti "negli ultimi quattro anni si è ridotto dell'11%", continua il Rettore. Nonostante questo, però, "i bilanci dell'università sono da anni in attivo. E questo ci ha permesso di investire in ricerca senza gravare sugli studenti con un aumento delle tasse".

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