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Stefano Cucchi, tutti assolti nel processo d'appello

Francesco Rigoni
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Tutti assolti: medici, infermieri e agenti. In primo grado furono condannati solo i medici per omicidio colposo. La sentenza del processo d'appello per la morte di Stefano Cucchi - il ragazzo romano arrestato il 15 ottobre 2009 per droga e deceduto una settimana dopo nel reparto di medicina protetta dell'ospedale Sandro Pertini di Roma - è l'esito di un processo difficile. Una morte che, dopo cinque anni, resta senza colpevoli. Le strade - I giudici della Corte d'assise d'appello, presieduti da Mario Lucio D'Andria avevano di fronte diverse alternative: avrebbero potuto confermare la sentenza di primo grado, che vedeva condannati soltanto i medici per omicidio colposo (tranne una, solo per falso); oppure avrebbero potuto accogliere le richieste del pg di ribaltamento della sentenza, con la condanna di tutti gli imputati; infine avrebbero potuto - come è avvenuto - accogliere le tesi difensive con le quali è stata sollecitata l'assoluzione di tutti gli imputati. "Seconda morte" - "Mio fratello in quest'aula è morto per la seconda volta" ha dichiarato in lacrime Ilaria Cucchi, la sorella di Stefano, uscendo dall'aula dopo il verdetto. "E' una sentenza assurda - ha ripetuto Rita Calore, mamma di Stefano - Mio figlio è morto dentro quattro mura della Stato che doveva proteggerlo". "Le persone ferite siamo noi e lo saremo per tutta la vita. Così è stato ucciso tre volte. Vogliamo la verità. Possono assolvere tutti ma io continuerò a chiedere allo Stato chi ha ucciso mio figlio", ha aggiungo papà Giovanni. La famiglia Cucchi, quindi, non si arrende. L'avvocato Fabio Anselmo ha annunciato il ricorso in Cassazione: "Era quello che temevo - ha detto riferendosi alle assoluzioni degli imputati - Vedremo le motivazioni, e poi faremo ricorso ai giudici della Suprema Corte".

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