Nomina in sospeso

L'Arma dei Carabinieri si ritrova con un comandante fuorilegge

Giulio Bucchi

Cosa sta succedendo all’interno dell’Arma dei Carabinieri? Perché nel Consiglio dei Ministri di lunedì scorso non è stato nominato - come previsto - il nuovo Comandante Generale, presumibilmente Tullio Del Sette, creando così il feroce paradosso di rendere fuorilegge l’attuale Comandante Leonardo Gallitelli, decaduto dal proprio incarico, dal 1 novembre scorso, in base alla legge Madia? Gallitelli era stato al centro di un’infiammata polemica su Panorama firmata dal giornalista Enrico Fedocci. Il quale aveva per primo ipotizzato uno scontro nell’Arma tra Gallitelli stesso (66 anni, in carica dal 2009, prorogato dal governo Monti, quando un generale Comandante sta in carica, in media, di tre anni...) e i suoi diretti concorrenti alla successione: Del Sette, capo di gabinetto di Roberta Pinotti e Vincenzo Giuliani, trasferito d’imperio al comando delle scuole in un periodo, peraltro, di latitanza d’allievi. Gallitelli, in virtù di un discusso «comma 4 dell’art.1» inserito all’ultimo nel testo delle riforma della PA che l’avrebbe «richiamato in servizio» sarebbe volentieri rimasto nell’incarico per altri sei mesi, per poter in seguito adire alla carica di Consigliere militare del prossimo nuovo Capo dello Stato. Il consigliere del Capo di Stato è carica fiduciaria, non rientra nella legge Madia, e quindi Gallitelli potrebbe rimanere ai vertici, in teoria, altri sette anni. Il problema è che quel benedetto comma 4 è stato bruciato grazie ad emendamento grillino votato anche dal gruppo Pd. Quindi dovevano rimanere a casa Arturo Esposito direttore dell’Aisi, Francesco Cirillo vicecapo della Polizia e, appunto, Gallitelli. Quest’ultimo, però, opponendo una fragile interpretazione della norma (i carabinieri non vengono «trattenuti» ma «richiamati» in servizio) pare stia per ottenere una nuova proroga di tre mesi. La qual cosa suscita l’imbarazzo di Del Sette che, per effetto della solita legge, già si troverebbe a governare l’Arma solo per un anno e mezzo; e quindi il taglio anche solo di tre mesi al suo periodo di gloria sarebbe seccante. Gallitelli è stato un buon dirigente, benvoluto, assai attaccato all’incarico e, all’apparenza, intoccabile. Pare che Matteo Renzi, per evitare di infilarsi in una poco igienica «guerra fra bande» nell’Arma, abbia dunque fatto cadere il comma 4, decidendo, anche qui, di «cambiare verso»... di Francesco Specchia