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Omicidio Loris, ecco tutte le prove che incastrano Veronica Panarello: l'autopsia, l'auto al mulino, il ritorno a casa per 3 minuti

Giulio Bucchi
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Sono due le prove regine in mano agli inquirenti che incastrerebbero Veronica Panarello, la madre del piccolo Loris Stival in stato di fermo dalla notte di lunedì con l'accusa di omicidio aggravato del bimbo di 8 anni trovato morto sabato 29 novembre a Santa Croce Camerina, nel Ragusano. L'autopsia sul corpo del bambino, innanzitutto, che confermerebbe l'ora del decesso: tra le 8.30 e le 9.10 di quel sabato mattina. E qui arriva il secondo indizio contro la donna: secondo i video delle telecamere di sorveglianza disseminate lungo le strade del paese, la donna sarebbe tornata a casa alle 8.32 rimanendovi per 36 minuti. Durante i quali, è la tesi degli inquirenti, avrebbe ucciso da sola il figlio (rimasto a casa e non a scuola, come dichiarato in un primo momento dalla mamma) strangolandolo con fascette di plastica da elettricista. Le riprese lungo la strada - La ripresa che incastra la donna, secondo gli accusatori, è quella delle 9.21 e 20 secondi: la telecamera privata dell'azienda agricola dei Fratelli Agnello Biagio e Stefano, all'inizio della strada poderale che va dal paese di Santa Croce Camerina al Vecchio Mulino, inquadra una auto scura, "compatibile" con la Polo nera della Panarello, sfrecciare "senza minimamente rallentare la marcia" in direzione della strada che va al Vecchio mulino. Intorno alle 9.26 la sua auto viene ripresa dalla videocamera di un distributore di benzina sulla strada che da Santa Croce porta a Donnafugata, a 50 metri dal mulino. Quindi 9 minuti di "buco", con l'auto che ricompare nelle videocamere alle 9.36: in quei minuti avrebbe scaricato il corpo del piccolo nel canale che costeggia la strada del mulino (zona che conosceva, perché ci aveva abitato da ragazza, peraltro senza riferirlo durante gli interrogatori). Il ritorno a casa e lo zaino - Gli investigatori hanno percorso la strada da casa a mulino insieme a Veronica, impiegando appena tre minuti, sei in meno rispetto al tempo impiegato da Veronica: in quei sei minuti, la donna avrebbe dunque trovato il modo di liberarsi del cadavere del figlioletto. Ultima tappa: il ritorno a casa, per tre minuti: secondo l'accusa, il tempo di prendere lo zainetto di Loris e buttarlo via, magari lungo la strada per Donnafugata dove poi la donna si è recata per il corso di cucina che ha presentato come suo alibi per quella mattinata di misteri e, secondo le prove raccolte dall'accusa, di bugie.  L'interrogatorio e le parole dell'avvocato - In mattinata Veronica Panarello è stata condotta in questura a Ragusa, per un nuovo interrogatorio da parte del gip: secondo indiscrezioni, la donna non avrebbe risposto alle domande degli inquirenti. Intanto, ha parlato Francesco Villardita, legale della madre di Loris Stival: "Formalmente, in questi dieci giorni sono stato il difensore della persona offesa, ma mediaticamente, ho capito che assistevo una persona già indagata. Ora mi auguro soltanto che non venga condannata con sentenza definitiva prima del processo".

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