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Niente kebab, sexy shop, bingo e lavanderie Covo, il paese dove tutto è vietato

Gian Marco Crevatin
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A Covo solo polenta. Nel paesino bergamasco non troverete di certo kebabberie, bingo e sexy shop, ma nemmeno lavanderie a gettone, centri di telefonia internazionale, negozi di "compro oro", pita gyros, agenzie di scommesse e distributori automatici. A Covo tutto è vietato per volere del sindaco leghista Andrea Capelletti, agronomo di 27 anni, che a maggio è diventato primo cittadino in un amen popolare (con il 63% e rotti dei voti). Sì perchè nel paesino di 4000 anime Cappelletti è osannato da tutti o quasi: anche ai pochi (circa il 20%) extracomunitari Capelleti piace, basta sentire Abdelaaziz Chahboun, non proprio bergamasco doc, quando afferma: "Io sono italiano, ho la cittadinanza, e posso fare tranquillamente a meno del kebab". Tutto vietato - Kebab, pietra dello scandalo. A quanto confessa Capelletti: "Io non voglio nemmeno che ci siano (le kebabberie, ndr). Diciamo che la mia è una misura preventiva. Io a Covo voglio le botteghe trdizionali". Si perchè a quanto pare, il bello di tutta la storia è che se un esercizio non piace al sindaco, allora non c'è. "Questo sindaco 'no kebab' è un personaggio. cattolicissimo, simpaticissimo" ammette Alberto Mattioli de La Stampa e in un certo senso lo è pure dall'opposizione, che protesta, ma ammette nella persona di Andrea Brambilla (leader del centrosinistra) che "su alcuni aspetti sono d'accordo: resta il fatto che in tutta Italia si liberalizza il commercio e qui lo si restringe". Salvini - Sul leader del Carroccio, il sindaco di Covo ammette: "E' bravissimo va come un treno" ma poi frena e ricorda come "vorrei però che la Lega non dimenticasse le battaglie originarie", insomma la Padania libera. Capelletti si immagina una Covo alla candeggina, uno di quei paesini che assomigliano nelle intenzioni e nell'aspetto a quei borghi svizzeri iper puliti e sicuri. "Vorrei che chi arriva dicesse: ma che bel paesino ordinato!". A Zurigo però il kebab c'è, gli si potrebbe obiettare, ma Capelletti non si scompone: "Magari lì sì, qui certamente no. Cerchiamo di rivitalizzare il centro storico assegnando aiuti alle attività tradizionali". Di sicuro ci sta riuscendo.

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