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Cassazione, spariti i faldoni di 30 processi della Corte d'Appello di Milano: colpa dei postini

Nicoletta Orlandi Posti
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Gli atti di almeno trenta processi della Corte d'appello di Milano sono spariti. Ma questa volta dietro non ce' nessuna dietrologia, nessun complotto: si tratta solo del malfulzionamento della macchina burocratica dello Stato. La Corte d'Appello di Milano, infatti, nell'ultimo mese ha spedito via posta alla Cassazione i preziosi documenti, compresi tre faldoni del processo Ruby, che però a Roma non sono mai arrivati, talvolta girovagando per mezza Italia, talaltra tornando alla base milanese di partenza tutti aperti e mescolati e forse pure manomessi, oppure finiti chissà dove. Conseguenze pericolose - La surreale, quanto grave, vicenda la racconta Luigi Ferrarella sul Corriere della Sera, evidenziando le pericolose conseguenze di questo disservizio postale: scadenza dei termini di custodia cautelare dei processi «perduti» che abbiano imputati detenuti, problemi di validità dei ricorsi, caos sulle notifiche che a un ricontrollo degli atti dovessero risultare mancanti, calendari di udienza sconvolti, rischi di prescrizione. Ma non è tutto, perché ancora non si riesce a capire quanto sia più vasto il disservizio. Il servizio sopresso - Alla base di questo incredibile corto circuito, spiega Ferrarella, c'è un servizio soppresso dalle Poste alla fine del 2014: non spediscono più per "assicurata" i pacchi di peso superiore ai due chilogrammi. Ovviamente quasi tutti i processi constano di molti faldoni che pesano di più di due chili e allora gli uffici giudiziari si al corriere Sda Express (sempre del gruppo Poste Italiane) per la spedizione come pacchi ordinari. Si comincia a metà dicembre, ma adesso alla cancelleria in Appello cominciano a rendersi conto di quello che sta succedendo: all'ingresso del palazzo di giustizia, infatti, ogni giorno cominciano a essere scaricati scatoloni generici con dentro ammassi di fogli provenienti da alcuni dei processi inviati in Cassazione, oppure ex confezioni di spedizioni Sda ma tutte aperte e lesionate con gli atti alla rinfusa, o persino sacchi di plastica trasparente contenenti documenti mescolati che è un rompicapo identificare. Tornano indietro (ed è già una fortuna, come per i tre faldoni infine recuperati del processo Ruby) perché spesso l'etichetta del corriere Sda, quando ancora c'è, rivela che erano stati scambiati mittente (Corte d' appello Milano) e destinatario (Cassazione Roma); ma in alcuni casi tornano indietro (tutti aperti e mischiati o amputati) anche sacchi e scatole con etichette che sembrano scritte correttamente. Il call center - Poco a poco la cancelleria comprende che il disservizio postale colpisce non solo le spedizioni dalla Corte d' appello verso la Cassazione, ma anche le spedizioni dagli altri uffici giudiziari lombardi del distretto verso la sede centrale milanese della Corte d'Appello. Di altri processi smarriti si viene invece a sapere soltanto perché, trattati come giacenze che nessuno reclama, finiscono nel centro di Salerno, dove qualcuno si rende conto dell'alieno pacco ricevuto, e telefona alla Corte milanese. Che cerca poi di ricontattarlo senza riuscirci: perché l'unica utenza disponibile pare quella di un call center dislocato altrove.

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