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Patrick Lumumba: "Amanda Knox? Se me la trovassi davanti le chiederei dei soldi"

Andrea Tempestini
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Patrick Lumumba, il "calunniato" del processo di Perugia, dopo l'assoluzione di Amanda Knox e Raffaele Sollecito dice la sua a La Zanzara di Radio24. Lumumba, all'epoca dell'omicidio di Meredith Kercher, finì in carcere dopo le accuse (false) della Knox, che lavorava proprio nel bar di Lumumba. La ragazza di Seattle lo accuso dell'omicidio, ma Lumumba non c'entrava nulla. E intervistato da Giuseppe Cruciani e David Parenzo punta il dito: "L'assoluzione di Amanda mi ha addolorato. E' colpevole, ne sono certo". E ancora: "Amanda si è salvata perché è americana e approfitta della posizione del suo Paese, che è un Paese potente. Ha fatto molti soldi, e la giustizia di oggi sulla terra non condanna mai i ricchi". Contro lo Stato - Il congolese continua: "Oltre alle cose certe che sono venute fuori sulla sua colpevolezza c'è il fatto che mi ha calunniato. Per quale motivo? Non ci credo che era sotto stress". Secondo le ricostruzioni dell'inchiesta, tra Lumumba e la sua dipendente Knox non correva buon sangue, tanto che prima dell'omicidio pensava di licenziarla per gli atteggiamenti troppo "libertini" che aveva con i clienti del suo bar. Lumumba riprende, puntando il dito anche contro lo Stato: "Ho preso solo 8mila euro di risarcimento (per ingiusta detenzione, ndr), ma Amanda è negli Stati Uniti. Se me la trovassi di fronte le chiederei dei soldi, sicuramente. Ma dipende solo dalla sua volontà". Il risarcimento - "E' lo Stato italiano che mi ha danneggiato - prosegue il congolese - perché non è stato in grado di valutare quello che ha detto contro di me. Alla fine mi ha dato solo 8mila euro, ma ha una grande responsabilità". E ancora: "Non capisco niente della giustizia italiana, veramente niente. Ma sono sicuro che Amanda sa chi ha ucciso la povera Meredith, deve sapere cosa è successo. Sono convinto. Lei è furba, furbissima. Una grande attrice, un grande talento per recitare. Non è una battuta, sa come ottenere quello che vuole", conclude sibillino Lumumba.

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