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Allarme
Mentre si torna a parlare di un deposito unico di scorie nucleari in Italia, da Statte, in provincia di Taranto, arrivano delle notizie inquietanti. A pochi chilometri dalle ciminiere dell'Ilva, così come riporta Il Tempo, si tocca - nel vero senso della parola - il problema dello stoccaggio dei rifiuti nucleari. All'interno di un hangar, infatti, sono stipati 16.724 fusti, 3.344 dei quali contengono rifiuti radioattivi, mentre nei restanti sono conservati rifiuti decaduti. Si tratta, in teoria, di un deposito temporaneo di un'azienda che operava, appunto, nel campo dei rifiuti radioattivi, eppure ormai il deposito è aperto da 10 anni.
Sicurezza? - Ancor più inquietanti i metodi di sicurezza adottati per proteggere il sito di stoccaggio, sostanzialmente nulli. L'hangar, infatti, è circondato da un muro che si può facilmente scavalcare e da un cancello protetto soltanto da un lucchetto. Nessuna guardia né vigilanza. In attesa della creazione del deposito unico nazionale, dunque, nessuno si occupa della messa in sicurezza del sito, anche perché la società di riferimento, la Cemerad, è fallita nel 2005. Da dieci anni, dunque, il deposito è sotto sequestro preventivo con affidamento in custodia giudiziaria dall'assessore all'Ecologia del Comune di Statte.
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Commenti all'articolo
Angelalbert
07 Settembre 2015 - 08:08
Ecco un ottimo sito di accoglienza per i marci clandestini, immigrati, islamici, filoterroristi, portatori di malattie e virus e ovviamente i loro protettori di sel, pd, ncd.
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deltabravo
06 Settembre 2015 - 18:06
Di chi era la società che poi è fallita? Amici degli amici cioè bidoni dei bidoni invece di insaccarli senza nessun controllo perché non inviarli nel vuoto dell'universo e che non sorgano comitati che dicono di non farli se lo dicono li mettiamo in casa loro così sappiamo dove sono e loro sono contenti e no rompono i timpani x ogni soffio
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