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Giallo di Brescia, cosa ha ucciso l'operaio: l'oggetto trovato nello stomaco

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Giovanni Ruggiero
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Un'esca per animali selvatici lunga tre centimetri e mezzo, ricoperta da un involucro in silicato con cianuro. L'oggetto è stato trovato nello stomaco di Giuseppe Ghirardini, l'operaio che lavorava alla fonderia Bozzoli di Marcheno, il cui cadavere è stato trovato in Valcamonica lo scorso 18 ottobre. Appena dieci giorni prima era scomparso anche il suo datore di lavoro, Mario Bozzoli. L'oggetto - L'esca avvelenata trovata nello stomaco dell'operaio era fuori commercio in Italia dalla fine degli anni '70. Nel tempo libero, Ghirardini faceva anche il cacciatore. Secondo gli inquirenti, scoprire la provenienza dell'involucro potrebbe fornire nuove informazioni sulla misteriosa scomparsa dell'imprenditore. Il giallo si fa sempre più complesso sulle due vicende che sembrano sempre più intrecciate. I familiari dell'operaio non hanno mai accettato l'ipotesi del suicidio e il ritrovamento di quell'esca ha convinto chi lo conosceva bene: "Se Beppe avesse voluto farla finita, da buon cacciatore, poteva provvedere in maniera diversa, senza soffrire inutilmente".

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