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Firenze, l'espulsione di un cileno è costata 23 mila euro

Un cileno arrestato in Italia per furto è stato riaccompagnato nel suo Paese a spese nostre. Per lui un biglietto aereo di solo andata e altri due per gli agenti italiani al seguito

Ignazio Stagno
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Ventitremila euro. Tanto è costata l'espulsione di un clandestino. Per rimpatriare un cittadino cileno, Josè Manuel Niera Portugues,  immigrato ventenne senza permesso di soggiorno che doveva scontare in carcere poche settimane di pena residua a causa di un furto in abitazione, la questura di Firenze ha speso 23 mila euro. Una cifra astronomica sulla quale comunque sta già indagando la Corte dei Conti. La somma è stata spesa per pagare il biglietto aereo di sola andata per il migrante espulso e i biglietti aerei di andata e ritorno per i due agenti che hanno accompagnato il ragazzo in Cile. La Procura della Corte dei Conti ha annunciato l'apertura di un'istruttoria per far luce sulla vicenda e capire se si è registrato uno spreco di denaro. Normalmente un rimpatrio assistito costa intorno ai 10 mila euro, questa volta però il conto è stato salatissimo. Il giovane è stato arrestato lo scorso 21 marzo dopo aver rubato all'interno di una casa a Firenze. Dopo l'arresto è stato condannato a sei mesi di reclusione, pena che ha potuto sostituire con la misura dell'espulsione immediata che però per lo Stato non sembra essere stata proprio un affare. "Queste cifre sono la regola" - Sulla vicenda è intervenuto l'assessore alle politiche sociali della regione Toscana Salvatore Allocca che addirittura conferma come queste cifre siano invece ormai di routine per i procedimenti di espulsione: “Purtroppo non siamo di fronte a un fatto straordinario, queste cifre sono la regola. Questi soldi potrebbero essere investiti in un processo di integrazione, accoglienza e recupero laddove si verificano fenomeni di devianza”. Secondo Allocca, “questo fatto è la conferma che i Centri di Identificazione ed Espulsione costituiscono un meccanismo che non ha risultato pratico ai fini delle presenze irregolari, sono inefficaci e sono solamente una bandiera propagandistica che non dà risultati e che costa tantissimo”. Insomma i calndestini e soprattutto coloro che delinquono in Italia sono un peso per le casse dello Stato. E alla luce del salasso per il rimpatrio cileno, la proposta del ministro Alfano di far pagare agli Stati di provenienza tutte le spese legate agli immigrati detenuti nelle nostre carceri appare sempre più fondata. (I.S.)

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