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Terremoto a Ischia, il giallo sulla magnitudo del sisma. I dati ufficiali e quel sospetto sulla prima valutazione

Eliana Giusto
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È stata di 4.0 la magnitudo del terremoto avvenuto a Ischia a una profondità pari a 5 chilometri. Inizialmente sulla base dei dati della rete sismica nazionale si era stimata una magnitudo di 3.6, ma il valore è stato poi ritoccato al'insù grazie ai dati della rete sismica dell'Osservatorio vesuviano (sezione Ingv di Napoli), progettata proprio per la sorveglianza e il monitoraggio dei vulcani campani. "Pur senza accesso ai dati, penso che 3.6 magnitudo del terremoto di Ischia sia una sottovalutazione. Anche la profondità è da verificare", scrive su Twitter Enzo Boschi, ex presidente dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. Infatti poi il dato è stato rivisto. E l'Usgs americana ha parlato di una magnitudo di 4.3, ancora più forte quindi. Sempre Boschi, intervistato a Skytg24 dice: "Consiglio a tutti una grande cautela, questi terremoti si verificano spesso a coppie. Una seconda scossa è attesa a distanza di ore o giorni, anche una settimana. Questo non possiamo saperlo. Di certo c'è che i danni sono troppo ingenti per una scossa di 3.6". "Nessun mistero", ribatte Antonio Piersanti, sismologo dell'Ingv, che fa chiarezza sul presunto "giallo": "Semplicemente si è innescato un circolo vizioso a livello mediatico che collega il rapporto bassa magnitudo-grandi danni alla nostra successiva ridefinizione della magnitudo stessa. Ma non c'entra niente. Nell'area sappiamo storicamente che basta una magnitudo medio-bassa per fare danni: il terremoto del 1883 fece 2.300 morti e si stima avesse una magnitudo di 4.3. Questo perché si tratta di un'area di vulnerabilità altissima, cui si sommano le caratteristiche geologiche, che rispetto alle rotture di faglia, che potrebbero presentare peculiarità specifiche dell'area, dovranno essere studiate in futuro proprio a partire da questo episodio". 

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