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Latina, avvocato uccide il ladro in casa: indagato per omicidio volontario

Eliana Giusto
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È indagato a piede libero per omicidio volontario Francesco Palumbo, l'avvocato di 47 anni, con regolare porto d'armi, che a Latina ha reagito a un tentativo di rapina nella casa dei genitori sparando diversi colpi di arma da fuoco e uccidendo uno dei ladri. Noto avvocato della cittadina laziale, Palumbo ora "sta vivendo malissimo, in una situazione drammatica", racconta il suo legale, Leone Zeppieri. "C'è il peso di aver reciso una vita umana e poi c'è il timore per una vicenda che è enorme e che spaventa solo al pensiero". Secondo la sua ricostruzione, l'uomo sarebbe arrivato in casa dei genitori già armato, perché allertato dagli anziani che non erano in casa ma avevano ricevuto un messaggio di effrazione dall'impianto di allarme. Con sé, oltre all'arma - detenuta legalmente - aveva anche 13 munizioni. Visti i primi due ladri, avrebbe intimato loro di fermarsi e poi di allontanarsi. "Nel momento in cui è stato fronteggiato dai due - spiega il legale - ha percepito una minaccia concreta per la propria incolumità e ha esploso alcuni colpi di pistola in aria, che poi hanno colpito un terzo ladro che scendeva dalle scale. La sua condizione era di particolare tensione". Gli spari sarebbero stati successivi al gesto di uno dei ladri di estrarre la pistola dalla tasca. "La paura e la percezione di una condizione obiettiva di pericolo per la propria incolumità - insiste l'avvocato - lo hanno portato a esplodere dei colpi in aria come forma di dissuasione". Palumbo però ora dovrà rispondere alle prime rilevazioni del medico legale della procura di Latina, Tommaso Cipriani, secondo il quale avrebbe sparato da una distanza di una decina di metri verso l'uomo, colpendolo con due proiettili all'emi-torace sinistro e, cosa che aggraverebbe non di poco la sua situazione, lo avrebbe colpito alle spalle. "Non va demonizzata la possibilità di difendersi legittimamente nei termini e nei modi che il codice consente, d'altra parte è bene che questo venga affiancato da una riflessione sulla modalità corretta di usare le armi". Lo sottolinea il presidente dell'Associazione Nazionale Magistrati, Eugenio Albamonte: "E' un tema molto delicato. Abbiamo avuto pochi mesi fa un dibattito molto acceso nella società, legato alle riforme di legge sulla legittima difesa. E c'è il problema della percezione di sicurezza rispetto alla situazione reale della sicurezza". A giudizio del presidente dell'Anm, "bisognerebbe approfondire un po' di più alcuni temi rimasti fuori dal dibattito: una volta che uno ha un'arma, come utilizzarla con perizia e custodirla in modo che non ci siano danni per i terzi".

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