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Invasione delle cimici asiastiche nelle campagne del Nord Italia: l'allarme della Coldiretti

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Giovanni Ruggiero
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È scura, aggressiva e nessuno riesce a fermarla. La cimice asiatica ha preso d'assalto la Lombardia con danni medi fino al 40% dei raccolti su soia e frutteti. È quanto emerge da un monitoraggio di Coldiretti sul territorio regionale. La presenza dell'insetto è segnalata nelle zone di Mantova, Brescia, Sondrio, Varese, Como, Milano e Lodi. Presi di mira le pesche di Monate (Varese), i vivai di Caravate (Varese), i meleti della bassa Valtellina nella zona di Delebio fra Colico e Morbegno, le pere Igp Mantovane, i frutteti di Lomazzo (Como) e la soia. «È un disastro - racconta Giacomo Lussignoli, titolare dell'azienda agricola San Lorenzo a Ghedi (Brescia) dove coltiva 10 ettari a soia - non ci sono rimedi e la situazione è destinata a peggiorare. La cimice verde italiana è sempre stata presente sulla soia ma senza far danni. Ora invece con questa cimice straniera di colore scuro, la situazione è ingestibile. Quando arrivano sono migliaia, circondano il campo di soia e dalle fasce esterne iniziano a bucare i baccelli succhiandone il contenuto fino a farlo marcire. Ci sono danni fino al 30 per cento del raccolto». Si tratta di un insetto particolarmente prolifico con il deposito delle uova almeno due volte all`anno con 300-400 esemplari alla volta - spiega la Coldiretti - Gli insetti adulti sono in grado di volare per lunghe distanze alla ricerca del cibo e quando arriva il freddo si rifugiano nelle abitazioni o in anfratti riparati per poi attaccare le piante in primavera e in estate, alimentarsi, accoppiarsi e deporre le uova. «La progressiva diffusione di queste specie straniere - spiega Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti Lombardia - rende sempre più importante l'opera di monitoraggio e prevenzione. Il problema è che molto spesso questi insetti arrivati da altre zone del mondo non hanno antagonisti naturali ed è quindi molto più difficile combatterli». Fabio Braguti, florovivaista 40enne di Caravate (Varese), racconta: «È un disastro. Le cimici attaccano tutto e sembrano impossibili da debellare. Quest'anno ci hanno praticamente spazzato via le produzioni di rose, e di bacche di un particolare tipo di agrifoglio che si usa nel periodo natalizio per decorazione. Oltre a questo, abbiamo avuto grossi problemi anche sulle piante da frutt, come cachi, mele, pere e uva». Pierpaolo Morselli, 43 anni, produttore di pere a Ostiglia (Mantova) conferma: «Quest'anno è anche peggio del 2016. Abbiamo trovato l'insetto ovunque, con danni in media del 30% su soia e frutteti, ma si arriva anche a punte del 70%. Abbiamo provato a mettere le reti anti insetto, ma su terreni estesi diventa complicato. La maggiore presenza l'abbiamo rilevata tra maggio e giugno, non c'è modo di combatterla». La cimice asiatica, nome scientifico Halyomorpha halys, è un insetto originario di Cina, Giappone e Taiwan. È stato accidentalmente introdotto negli Stati Uniti nel 1998 e dal 2010 è una presenza stabile dei frutteti americani. In Italia il primo esemplare è stato rinvenuto in provincia di Modena nel settembre 2012 e da allora si è rapidamente diffuso nelle altre regioni del Nord Italia. In Lombardia è stato segnalato già dal 2015. La cimice asiatica è un insetto che ha una mascella modificata in grado di perforare meglio piante e frutti, rovinando i raccolti e favorendo anche l'insorgere di patologie della frutta. «Da noi è sbarcata due anni fa - conferma Mariangela Ciampitti del Servizio Fitosanitario Ersaf - i primi ad essere attaccati sono stati i frutteti dell'Emilia Romagna, poi è arrivata anche qui in Lombardia e si è diffusa praticamente ovunque». Nella zona di Abbiategrasso (Milano), Alessandro Salmoiraghi, di 43 anni, racconta: «Sui miei due ettari e mezzo di frutteto ho perso quasi la metà del raccolto. È un vero flagello che ci tormenta da un paio d'anni e per il momento non sembrano esserci soluzioni per debellarlo. Io ho anche 4 ettari di soia che raccoglierò tra poco: l'anno scorso per colpa della cimice abbiamo perso il 20 per cento della produzione e quest'anno non so proprio come andrà a finire visto che l'insetto si è ripresentato. In più mi hanno danneggiato anche 4mila metri quadri di ortaggi sotto serra, colpendo in particolare pomodori e peperoni». A Lodi, Marco Mizzi, che ha avviato proprio quest'anno il suo frutteto, racconta: «Su pesche, ciliegie e susine ho avuto un danno fra il 10 e il 15 per cento, ma è un insetto che attacca un pò tutte le varietà. È un disastro, quando il frutto viene punto si gonfia e si deforma ed è da buttare». Orlando Dal Grande, imprenditore agricolo 50enne di Lomazzo (Como), con 2 ettari di frutteti tra mele, pesche e pere, spiega: «Il danno al mio meleto, causato quest'anno dalla cimice asiatica, è impressionante: ho dovuto buttare via circa il 90% dei frutti, perché deformati o necrotizzati dalle punture di quest'insetto. Ogni cimice, tra l'altro, riesce a pungere il frutto circa una ventina di volte, rendendolo immangiabile. Così, tutte le mele danneggiate le ho potute usare solo come concime».

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