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La ladra rom, 40 condanne per furti e mai in carcere perché sempre incinta: ora l'Austria umilia l'Italia

Giulio Bucchi
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Condannata e libera in Italia, presto in carcere a Vienna. È la storia incredibile e umiliante (per noi) di Meri Secic, 33 anni, ladra rom di origine croata considerata la "regina" di furti e scippi. Nel nostro Paese ha collezionato qualcosa come 40 condanne, ma grazie alle maglie larghe della nostra giustizia non ha di fatto scontato un solo giorno di carcere. A suo favore, infatti, gioca l'essere mamma di 11 figli con il dodicesimo in arrivo. Condizioni queste incompatibili, secondo il nostro ordinamento, con il soggiorno in galera.  L'ha sempre fatta franca, continuando a delinquere indisturbata partendo dal campo nomadi di Pomezia, vicino a Roma, in cui risiede e muovendosi dentro e fuori dall'Italia. Le sue scorribande sono però arrivate anche in Austria, e la giustizia d'Oltralpe ha deciso di agire spiccando un mandato di cattura europeo nei confronti della rom. E, come sottolinea Il Giornale, questa volta la Corte d'Appello di Roma ha deciso a sorpresa di tenerla in cella a Rebibbia in attesa della estradizione a Vienna e del trasferimento in un altro carcere. Le autorità austriache le hanno addebitato la cifra record di 358 furti e inserendola nel quadro di una banda di rom che avrebbe compiuto 2.034 reati in soli due anni, dal 2015 al 2017. Stavolta anche Roma ha dovuto derogare alla consuetudine italiana: sebbene madre di minori e incinta, contro la Secic peserebbero motivi di "eccezionale rilevanza". Che, evidentemente, la nostra giustizia non aveva considerato tali fino a ieri.

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