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Vittorio Feltri: largo ai vecchi, i loro figli fanno solo danni

Matteo Legnani
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Largo ai vecchi, il pallino e lo scettro sono ancora nelle loro mani salde. Si dà il caso che l' ottuagenario Benetton si sia impadronito di nuovo dell' azienda da lui stesso fondata: intende riportarla agli antichi fasti. Gli auguriamo di farcela. Il suo sforzo comunque è lodevole e andrebbe premiato. Anche Del Vecchio, quello degli occhiali, pure lui ottantaduenne, torna sui suoi passi e caccia quale cameriera a ore il suo amministratore delegato in verde età, e si rimette di persona a dirigere l' ambaradan che gli deve il successo economico invero gigantesco. Silvio Berlusconi, che ha un anno in meno e numerosi acciacchi di salute e giudiziari, brillantemente superati, si esibisce per l' ennesima volta sulla pista politica e, contro ogni previsione, si sta battendo con forza per fare bella figura alle prossime elezioni di primavera. Forza Italia, che pareva spacciata, in realtà sta crescendo ed è sul punto di sfiorare il 20 per cento dei consensi. Sarebbe per lui un colpaccio se riuscisse a condizionare l' esito delle consultazioni. Il che è probabile pur se non scontato. Un Cavaliere in gran spolvero fa comunque tremare i polsi a coloro che prematuramente lo avevano dato per morituro. Un centrodestra rivitalizzato disturba i giuochi di qualsiasi partito tradizionale e rende incerto l' esito delle votazioni. Sia la sinistra sia la destra hanno vissuto momenti drammatici: fughe, scissioni, liti e addirittura risse. Tra i progressisti non c' è ancora pace e non si ipotizza neppure la possibilità sia recuperabile un minimo di concordia; viceversa, tra i liberalconservatori, dopo le traversie del passato, si registrano tentativi di unità o almeno di alleanza. Ecco perché Berlusconi avanza nei sondaggi e si predispone a raccogliere alcuni suffragi persi per strada negli anni scorsi. Nessun partito tradizionale, se si escludono rare eccezioni, ha un leader giovane in grado di sostituire quelli al tramonto. Ciò non accade soltanto in politica, bensì anche nell' industria, nella iniziativa privata, pertanto riemergono i Matusalemme, sulla cui abilità c' è poco da eccepire. Non è un fenomeno recente. È sempre stato così. Le grandi imprese, che hanno favorito il miracolo economico tra la fine degli anni Cinquanta e l' inizio dei Sessanta, sono crollate allorché i fondatori hanno dovuto mollare le redini ai figli, i quali avendo studiato all' università e imparato l' inglese, si sono sentiti dei padreterni e invece erano dei coglioni col certificato accademico. Non credo nei cicli e nei ricicli storici di Giambattista Vico, ma è un fatto che oggi come ieri i migliori sono i vegliardi e non è un incidente che molti di essi siano ancora alla ribalta, privi di successori. Da quando sono invecchiato, ho rivalutato la gerontocrazia. Non sono pronto a cedere gratis il mio posto di comando a un cretino qualsiasi, ci vuole qualcuno che me lo pigli perché meno scemo di me. P.S.: tanto per gradire, pure Carlo De Benedetti ha rottamato il figlio. Il torrone lo vuole menare lui. di Vittorio Feltri

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