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Vaticano, Papa Francesco e il brutto sospetto di Meluzzi: "Parla sempre di immigrati, mai di Cristo"

Giulio Bucchi
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Un fatto "unico nella storia della Chiesa". A chi ricorda che Papa Francesco, in quanto Pontefice, è infallibile, Alessandro Meluzzi sul Tempo contrappone un semplice, e proprio per questo spiazzante ragionamento: "Il problema è che questo papa parla molto, anzi moltissimo, mentre si guarda bene dal emettere pronunciamenti davvero significativi in materia di fede". A differenza, per esempio, del suo predecessore Papa Ratzinger. In pochi anni, ricorda Meluzzi, Benedetto XVI "fece ben tre encicliche. Per non parlare delle moltissime esortazioni apostoliche e il ricchissimo contributo teologico".  Leggi anche: "Malato e senza un polmone", l'orrore dei cardinali su Bergoglio Bergoglio invece alla fede sembra preferire la cronaca, la stretta attualità. L'ombra del Papa Emerito ("di cui non sappiamo se è stato spezzato l'anello piscatorio", nota Meluzzi) gioco forza resta presente e sempre molto forte alle spalle di un Santo Padre che non si pronuncia in cattedra, totalmente assorbito da questioni come "il migrazionismo afro-islamico che andrebbe accolto a qualsiasi costo". Proprio a questo riguardo, Meluzzi sta preparando un volumetto focalizzato sui discorsi di Francesco. Lo psicologo vuole vedere "quante volte ricorrono le parole Cristo, croce, resurrezione e vita eterna, confrontate con i termini migrazione, accoglienza, giustizia sociale e poveri". 

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