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Jessica, la ragazza uccisa a Milano dal tranviere sette giorni prima dell'omicidio aveva chiamato i carabinieri

Andrea Tempestini
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Jessica Valentina Faoro, la ragazza uccisa a Milano dal tranviere che ha confessato l'omicidio, una settimana prima di essere ammazzata aveva chiesto aiuto. Dalle indagini, infatti, emerge che all'una di notte del primo febbraio la 19enne aveva chiamato i carabinieri, ai quali aveva raccontato che l'uomo dal quale viveva, mentre lei dormiva aveva tentato un approccio. Dunque aveva fornito l'indirizzo per l'intervento alle forze dell'ordine: via Brioschi 93, lo stesso bilocale dove nella notte tra martedì e mercoledì Alessandro Garlaschi l'ha uccisa, colpendola cinque o sei volte con un coltello da cucina. Leggi anche: Così Jessica ha provato a non morire Quella notte, una pattuglia aveva trovato la ragazza in strada, rivela il Corriere.it. "Devo tornare di sopra a prendere i mie due zaini, non voglio rimanere più in quella casa". Dunque i carabinieri erano saliti e nell'appartamento trovarono solo Garlaschi, non la moglie (Jessica pensava che fossero fratello e sorella). La situazione, insomma, non presentò anomalie. I carabinieri dunque chiesero se Jessica aveva la possibilità di passare la notte altrove e lei disse che sarebbe andata da un amica. Dunque la invitarono a chiamare di nuovo in caso di necessità e le dissero, se lo avesse ritenuto opportuno, di presentare denuncia. Non quella notte, ma nei giorni seguenti, Jessica Valentina era poi tornato nell'appartamento in via Brioschi, riprendendo il suo posto nel bilocale di 50 metri scarsi. Qualche giorno dopo, il terrificante omicidio.

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