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Caltanissetta, arrestata coppia di sfruttatori di prostitute e segnalata al Fisco: costretti a pagare

Alessandra Menzani
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La Guardia di Finanza di Caltanissetta ha recuperato i guadagni ottenuti illecitamente grazie allo sfruttamento e al favoreggiamento della prostituzione, tassando i quattrini emersi dalle indagini che avevano portato lo scorso novembre all'arresto di un italiano e di una sudamericana.  Anche gli introiti provenienti dalla prostituzione, dunque, per la prima volta finiscono nel mirino del fisco. In un certo senso, questa è una delle battaglie annunciate da Matteo Salvini, che ha promesso che quando sarà al governo le prostitute potranno pagare le tasse. Ammontano a 150 mila euro i proventi accumulati o di cui i soggetti hanno avuto disponibilità, tra cui anche l'acquisto di un immobile nel centro storico di Caltanissetta. Per approfondire leggi anche: Efe Bal da Cruciani: legalizzate la prostituzione Le indagini si sono concentrate anche sull'analisi dei flussi di denaro movimentati dai due sfruttatori, e i finanzieri sono riusciti a quantificare il giro di affari realizzato, che è stato quindi sottoposto a tassazione. I militari diretti dal capitano Francesco Auriemma, comandante della Compagnia della Guardia di finanza di Caltanissetta, sono tra i primi, alla luce delle direttive del nuovo “manuale operativo in materia di contrasto all'evasione e alle frodi fiscali”, diramato dal Comando generale delle Fiamme gialle, ad avere tassato i proventi illeciti, assestando un duro colpo all'accumulo di ricchezze illecite e alla diffusione di manifestazioni di doppia economia come lo è un'attività illegale come lo sfruttamento del meretricio. Gli inquirenti l'hanno inquadrata nella categoria “reddito diverso”.

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