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Giorgia Meloni sul raid francese a Bardonecchia: "Convocare subito l'ambasciatore. Chi ha ridotto così l'Italia"

Andrea Tempestini
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Un bltiz degli agenti francesi nel centro migranti di Bardonecchia, in Italia dunque. Un caso che fa gridare alla violazione della sovranità. Un blitz che scatena una caso politico, tanto che la Farnesina fa sapere di aver chiesto "spiegazioni al governo francese e all'Ambasciata di Francia in Italia, attendiamo risposte chiare prima di intraprendere qualsiasi eventuale azione". Il raid è avvenuto nella serata di venerdì, quando cinque gendarmi armati sono entrati nella sede della ong Rainbow4Africa poiché sulle tracce di un nigeriano. Il caso, come detto, ha sollevato un polverone politico. Tra le prese di posizione più dure quella di Giorgia Meloni: "Inaccettabile violazione della sovranità italiana da parte della Francia. I gendarmi francesi hanno fatto irruzione, armati, nella stazione di Bardonecchia durante un blitz anti immigrazione. Così si è ridotta l'Italia dopo sei anni di governi asserviti alle cancellerie straniere. Fratelli d'Italia chiede che l'ambasciatore francese sia immediatamente convocato dalla Farnesina per chiarire questo ennesimo gravissimo atto contro l'Italia", ha scritto su Facebook la leader di Fratelli d'Italia. Le proteste uniscono destra e sinistra, se si pensa che anche Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana e Giuseppe Civati di Possibile hanno puntato il dito contro i francesi. "Che un nucleo di poliziotti francesi intervenga in territorio italiano, in spregio a tutti gli accordi tra i due Paesi, faccia irruzione in un centro di solidarietà gestito da un comune italiano è un fatto gravissimo", ha affermato Fratoianni. "Il governo ha il dovere di protestare contro il blitz degli agenti francesi nella sede di Bardonecchia della Rainbow4Africa. Si tratta di un'azione molto grave nei confronti di un Paese confinante", gli ha fatto eco Civati. Durissimo anche il commento del sindaco di Bardonecchia, Francesco Avato: "Non avevano alcun diritto di introdursi lì dentro. Non si permettano mai più. Quella è una stanza gestita dal Comune con dei mediatori - ha aggiunto - i volontari di Raimbow4Africa, come altre realtà, collaborano con il progetto. L'accesso alla sala è possibile solo agli operatori autorizzati. È uno spazio calmo, neutro, dove si incontrano i migranti, si parla con loro, si spiegano i rischi del viaggio che hanno deciso di intraprendere e si cerca di convincerli a rimanere in Italia, dove possono trovare accoglienza. Così si rischia di rovinare il gran lavoro fatto nel tempo con ong e migranti".

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