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Multe, i giudici: "Togliete tutti i tutor dalle autostrade"

Matteo Legnani
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La notizia è di quelle da far saltare di gioia tutti gli automobilisti costretti a procedere come lumache col cruise control su autostrade a quattro o anche più corsie mezze deserte. O, per quelli che non hanno sull'auto il limitatore di velocità, costretti a fissare spasmodicamente la lancetta del tachimetro per non superare i 130 orari: la Corte d'Appello di Roma ha infatti riconosciuto che il brevetto del sistema Tutor montato su tutti i tratti di proprietà di Autostrade per l'Italia è in realtà della Craft, una piccola impresa di Greve in Chianti. E ordinato alla più grande concessionaria autostradale del nostro Paese di smontare tutte le apparecchiature per il controllo della velocità Tutor. Ma... c'è un ma. Nel senso che per ogni giorno di ritardo dalla sentenza, la Craft avrà diritto a ottenere un risarcimento di 500 euro, che per Autostrade per l'Italia non sono briciole, ma organismi monocellulari. Inoltre, la sentenza dà diritto alla Craft di vendere il suo brevetto, ed è altamente probabile che a questo punto, per una congrua somma, lo faccia, lasciando la situazione sulle autostrade quella che è oggi. E gli automobilisti con gli occhi incollati sul tachimetro. Leggi anche: Tutor in autostrada, la "leggenda" metropolitana che tale non è: quando piove... A stretto giro di posta, Autostrade ha però precisato che il Tutor non verrà rimosso, sarà invece sostituito con un nuovo sistema diverso da quello attuale. La decisione della Corte d'appello di Roma sarà impugnata presso la Corte di Cassazione da Autostrade per l'Italia. Per evitare che vengano annullati i benefici del Tutor che ha ridotto del 70% il numero di morti sulla rete autostradale, Autostrade per l'Italia si farà carico della sanzione pecuniaria prevista per mantenere attivo il sistema attuale fino alla sostituzione integrale degli apparati con altro sistema di rilevazione della velocità media, che avverrà entro tre settimane.

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