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Vaticano, Papa Francesco sotto assedio per la riforma delle finanze. La minaccia: "Se mi ostacolate parlerò al mondo"

Davide Locano
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In Vaticano, dopo l'elezione di Giacomo Dalla Torre del Tempio di Sanguinetto a Gran Maestro dell'Ordine dei Cavalieri di Malta, si acuisce lo scontro sempre più violento tra conservatori e progressisti, questi ultimi rappresentati niente meno che da Papa Francesco. In un retroscena pubblicato su Dagospia, si legge che "l'ala reazionaria della Santa Sede si sta compattando per contrastare le prossime riforme del Papa che, attraverso il suo braccio destro Monsignor Becciu, ha fatto capire di essere pronto a mettere le mani sulle finanze e in modo particolare sulla gestione dell'Obolo di San Pietro". Leggi anche: Socci mostra la prova regina: il Papa in lotta contro la Chiesa Un'offensiva, quella dei conservatori, che riprende piede dopo lo scivolosissimo caso di monsignore George Pell, presto processato in Australia con l'accusa di abusi sessuali. Su di lui, Papa Francesco ha chiesto garantismo fino all'eventuale sentenza di condanna. Ma Bergoglio, continua Dago, "ha fiutato l'aria e, all'accerchiamento dei catto-conservatori (soprattutto americani e tedeschi), ha risposto con cipiglio guerriero: Se mi ostacolano, parlerò direttamente al mondo". Parole dalle mille valenze. Parole minacciose che sembrano delineare in modo preciso la guerra tra le alte sfere in Vaticano. Parole che sembrano anche essere un preludio a pesanti rivelazioni. E ancora, spiega Dago, il Pontefice avrebbe inviato un messaggio di solidarietà a Patrick Conroy, cappellano della Camera dei Rappresentanti americana e gesuita come lui, costretto alle dimissioni dal catto-conservatore repubblicano Paul Ryan. Fatto fuori per aver "predicato" con troppa insistenza quello che è il messaggio riformista di Francesco.

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