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Immigrati, il clandestino liberato dal Cie uccide la donna che lo aveva denunciato

Cristina Agostini
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E' una storia agghiacciante, di quelle che fanno venire i brividi e riflettere sul problema degli immigrati clandestini. E che poteva risparmiare la vita di una donna, quella di Antonella D'Amico. Questi sono i fatti.  Il 16 aprile del 2015 a Lodi viene decretata l'espulsione dall'Italia di Moussad Hassane, 40 anni, egiziano senza permesso di soggiorno, dopo la denuncia per lesioni presentata da Antonella, 54 anni. Il giorno dopo la questura di Lodi avrebbe dovuto accompagnarlo alla frontiera ma non è "immediatamente disponibile idoneo vettore" e l'uomo non "in possesso di passaporto" non può essere espulso. Così viene portato nel Cie di Bari per il "tempo strettamente necessario" in attesa della espulsione. Leggi anche: "Il gioco sporco delle Ong con le vedove piene di soldi". Luttwak epico: la bomba sugli sbarchi degli africani Ma "la scadenza" viene superata. L'immigrato, irregolare dal 2005, presenta ricorso alla corte di Appello di Bari e il giudice, in attesa dell'udienza sull'istanza, lo libera senza prorogare la detenzione nel Cie. L'uomo allora prende un treno, arriva a Lodi e per vendetta uccide Antonella a coltellate. Ora suo figlio, Rocco Mazza, lancia un appello a Salvini tramite il Giorno: "L'assassino di mia madre è stato liberato dal Cie di Bari per decorrenza dei termini. È una grande ingiustizia, perché è una morte che si sarebbe potuta evitare se quest'uomo fosse stato espulso subito. Valuterò come procedere quando la condanna diventerà definitiva. Intanto ho intenzione di scrivere una lettera al ministro dell'Interno".

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