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Vittorio Feltri: italiani popolo di ladri, rubano pure ai disabili

Davide Locano
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Sono notevolmente aumentati i furti ai danni di poveri disabili. Ai quali vari farabutti rubano la carrozzella che consente loro di supplire alla incapacità di deambulare. Non solo gli handicappati, non potendo reagire per ovvi motivi fisici, subiscono ogni tipo di violenza: i vigliacchi approfittano della debolezza delle vittime per privarle del telefonino, dell'orologio, del portafogli eccetera. Tutti i giorni i quotidiani registrano soprusi odiosi di questo genere che gettano i lettori nel più tetro sconforto. E gli episodi di crudeltà non accennano a diminuire, anzi, aumentano. L'Italia è un Paese strano. Pur essendo soffocato dalla stupida propaganda buonista, è teatro delle peggiori angherie che non suscitano né scalpore né particolare indignazione. Si accusano gli amministratori pubblici di qualsiasi nefandezza, quasi fossero i soli a commettere grassazioni, mentre è la stessa popolazione - spesso - ad essere disonesta. Non mi riferisco esclusivamente a coloro che, in mancanza di un reddito sufficiente, si arrangiano come possono, ricorrendo a reati più o meno gravi. La cleptomania è diffusissima a qualsiasi livello sociale. Esistono prove inconfutabili. Un mio caro amico, proprietario di numerosi alberghi di lusso, mi ha confidato che nei bilanci delle sue aziende pesano sulla voce “passivi” le ruberie dei clienti. I quali si impossessano con destrezza di qualsiasi cosa asportabile dalle suite: grucce, accappatoi, asciugamani, cavatappi, televisori. Pagano in fretta il conto poi si dileguano e al gestore, quando si accorge di essere stato alleggerito, non rimane che bestemmiare. Magra consolazione. Le perdite della proprietà in un anno ammontano a centinaia di migliaia di euro. Gli ospiti benestanti degli hotel 5 stelle sgraffignano a tutto spiano e non c'è verso di contenerli, neppure di punirli. Il fenomeno si estende dal Nord al Sud. Leggi anche: "Medico o becchino?". Feltri affonda subito Tajani I manigoldi travestiti da persone perbene imperversano nelle città e nei luoghi di villeggiatura, indifferentemente. Sono gli stessi che evadono le tasse con delinquenziale abilità. I connazionali che denunciano introiti oltre 100.000 euro sono una esigua minoranza, non supera il 2 per cento dei contribuenti. C'è da domandarsi come faccia la massa a circolare su automobili potenti e costose, ad abitare in alloggi importanti e a recarsi a frotte in ferie in siti dove i prezzi di soggiorno provocano capogiri. Un mistero che si spiega in un unico modo: una folla enorme di cittadini è in grado di fottere lo Stato alla grande e, non bastasse, si appropria illegittimamente di beni altrui, rubando e imbrogliando senza sentirsi in colpa. In ogni ambiente pullulano i ladri. Non ci credete? Sentite questa che racconto perché l'ho vissuta. Nella redazione del giornale che stampa il presente articolo non mancano i lestofanti, i quali sono riusciti a realizzare una squallida impresa. Hanno svitato i sedili dei water e li hanno portati via. Non li ha fermati nulla, manco il disgusto che i cessi frequentati da una comunità suscitano. Inoltre c'è chi ha sottratto le merendine dai distributori automatici, e un collega fu perciò licenziato. Infine, ricordo una razzia di penne, matite e pennarelli in coincidenza dell'apertura delle scuole a settembre. Ecco l'avvilente realtà. Lo scorso anno, per la Mondadori, scrissi un libro guarda caso intitolato “Ladri”, in cui narravo che la furbizia tipicamente italiana era dovuta al fatto che, per secoli, noi della Penisola siamo stati sudditi di principi impegnati a fregarci e per difenderci abbiamo imparato a restituire loro pan per focaccia. Ci siamo attrezzati talmente bene nella suddetta arte che la voglia di infinocchiare il prossimo ci è entrata nel sangue. Ricchi e poveri desiderano e prendono la roba altrui. C'è solo un distinguo lessicale. I ricchi sono cleptomani, i poveri sono ladri. Entrambe le categorie si inchiappettano a vicenda. di Vittorio Feltri

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