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Rai a caccia degli abbonati Skyper far pagare loro il canone

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Il "patto" della tv di Stato: se ci consegnate i vostri elenchi per scovare gli evasori, togliamo l'oscuramento sul satellite dei nostri programmi. La risposta: irricevibile

Ignazio Stagno
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Dovevano essere la punta avanzata della rivoluzione civile, le avanguardie dei cittadini che scardinano il sistema da dentro. Dovevano e potevano. Invece i cittadini del Movimento 5 Stelle, eletti alla Camera e al Senato, sono diventati deputati e senatori a tutti gli effetti. Insomma i grillini si sono parlamentarizzati.   A riprova di tutto ciò c'è la folgorazione del presidente della Commissione di Vigilanza sulla Rai, il grillino Roberto Fico, sulla strada di Equitalia che  dovrebbe incrociare quella del canone, ovvero la tassa più odiata dagli italiani.  «Sono d'accordo con quanto detto da Attilio Befera», dice l'esponente del Movimento 5 Stelle, «essendo il canone una tassa, la riscossione dovrebbe essere demandata all'Agenzia delle Entrate. La Rai non ha poteri reali sulla riscossione, mentre l'Agenzia delle Entrate sì». Ma non erano loro, i grillini, i demolitori del sistema, coloro che volevano aprire il Parlamento con un apriscatole? Scoprire che oggi sono diventati i migliori alleati di Befera fa un certo effetto. Non più tardi di una settimana fa il gruppo alla Camera del Movimento 5 Stelle, in un lungo post pubblicato sulla Rete, rilanciava la mobilitazione degli attivisti e dei militanti grillini  per «la chiusura di Equitalia». Ora Fico scopre che la stessa è necessaria per salvare la Rai.   A creare il caso grillini-Equitalia è stato un altro caso, che ha visto scontrarsi la Rai e Sky, senza esclusione di colpi. Per la tv pubblica, infatti, il vero male - ormai diventato cronico - si chiama canone, nonostante questa sia la tassa più odiata dagli italiani. Per l'azienda si tratta della sopravvivenza, per gli italiani di resistenza. Ognuno,  quindi, ha le sue ragioni.  E così la dirigenza di viale Mazzini, non potendo contare sul supporto di questo governo dimostratosi allergico  ad aumentare ciò che non entra nelle tasche del ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni, vorrebbe stanare gli italiani evasori ricorrendo anche ai mezzi illeciti come gli elenchi degli abbonati Sky. La tv satellitare, ovviamente, ha risposto picche, invocando la privacy e definendo «irricevibile» la proposta della Rai. I contribuenti italiani a loro volta, indisponibili a pagare ciò che ritengono ingiusto, son pronti a far le barricate. E lo stesso Fico boccia l'idea: «per quanto riguarda la pretesa della Rai di avere da Sky il loro database abbonati per stanare gli evasori del canone, trovo che la richiesta sia assurda. C'è il diritto alla privacy e con questa contrattazione in corso siamo al limite». Insomma, il canone, avanti di questo passo rischia di restare la tassa più evasa e odiata al contempo dagli italiani. Non a caso il governo ha preferito rischiare una sanzione amministrativa non aumentando il canone, che dare ossigeno in più alla tv di Stato. Tanto a pagare, semmai, sarà viale Mazzini e non certo Palazzo Chigi. Eppure anche su questo punto i grillini sono diventati parte del sistema. «La cosa migliore per abbattere l'evasione del canone è offrire un servizio pubblico di vera qualità», spiega il grillino Fico, «questo invoglierebbe le persone a pagare questa tassa che, in un simile meccanismo virtuoso, sarebbe ipotizzabile ridurre». E qui occorre fare un po' di chiarezza, anche a beneficio dei grillini. Innanzitutto è bene stabilire cos'è il canone Rai. Si tratta di una vera e propria tassa di possesso che grava su chiunque detenga un apparecchio in grado di ricevere il segnale televisivo (quindi anche e non necessariamente un televisore). A titolo puramente esemplificativo, diciamo che dovrebbe pagare il canone anche chi è in possesso di un cellulare Umts, un Tvfonino, un videoregistratore, un personal computer o un masterizzatore di Dvd. Si è tenuti a pagare il canone Rai anche se non si ricevono i canali Rai. Questo perchè  non si tratta di una tassa «esclusiva» della tv di Stato, ma di una tassa di possesso. Ed proprio attorno a questo cavillo giuridico che si gioca tutta la partita. Compresa quella della Rai che vorrebbe gli elenchi degli abbonati di Sky. di Enrico Paoli

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