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Daniele Calosi, segretario Fiom di Firenze: snobba la piazza e va da Renzi

Francesco Rigoni
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In questo weekend di lotta e di governo, a sinistra ci si pone l'ardua scelta: scendere in piazza a manifestare a Roma con i sindacati oppure sistemarsi tra le poltroncine della stazione Leopolda di Firenze per seguire gli interventi della kermesse di Renzi. Di qua o di la - Daniele Calosi in questa contesa mediatica tra Cgil e Leopolda ha fatto la sua scelta: andrà a Firenze alla manifestazione del premier. La cosa singolare è che Calosi è il segretario fiorentino della Fiom, sindacato di duri e puri che, pur coltivando tramite il suo leader Maurizio Landini solidi rapporti con Palazzo Chigi, più d'ogni altro ha avversato la riforma del lavoro e la legge di stabilità. Leopolda, "luogo di discussione democratica" - "Mi hanno chiesto un intervento scritto, io non gliel'ho inviato, vorrei spiegare nei 4 minuti a disposizione l'idea che la Cgil ha del cambiamento del Paese", sostiene il sindacalista intervistato da Toscana tv, dicendo che ritiene l'appuntamento di Firenze - giunto alla sua quinta edizione - "un luogo di discussione democratica". "Ed io - osserva Calosi - ho molto rispetto di chi discute democraticamente anche se non la pensa come me, io ho rispetto, e non la considero un'altra Italia come dice Maria Elena Boschi, la considero un pezzo d'Italia, per questo vorrei che lo stesso rispetto ci fosse per chi, come me e insieme a migliaia di lavoratori, domani scenderà in piazza a Roma, perché anche quello e' un pezzo d'Italia e un pezzo importante". Appuntamento unitario - Calosi promette di non risparmiare le frecciatine quando salirà sul palco: "Come io ho rispetto di loro, anche loro devono avere rispetto di un pezzo di Paese. Trovo inoltre paradossale dire non andrò né dalla Cgil né alla Leopolda e che il Paese va unito. Certo, ma credo che le battaglie ideologiche che spesso vengono dal governo. La nostra è una piazza che unisce il Paese no che lo divide". Sicuramente la presenza a Firenze del sindacalista Fiom - alquanto insolita nella storia della convention renziana - renderà molto più "unitario" l'appuntamento di cui Renzi è il gran regista.

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