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Imprese: ExportUsa, decalogo per investire negli Stati Uniti

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New York, 18 apr. (Labitalia) - Il 2018 è l'anno d'oro per investire negli Stati Uniti, a dirlo ExportUsa, che ha pure diffuso un decalogo di per avere successo in un mercato ricco di opportunità, ma anche di insidie. "Con una crescita del pil che punta al 3%, un'inflazione non ancora al 2% e una disoccupazione alle soglie del 4% -dichiara Lucio Miranda, presidente di ExportUsa- gli Stati Uniti si riconfermano un'economia solida e in espansione. Gli Usa, però, sono un mercato facile solo all'apparenza: un mercato aperto, è vero, ma con una concorrenza spietata. Un mercato che richiede velocità di esecuzione e di decisione". "Un mercato enorme -spiega- con differenze abissali tra un territorio e l'altro. Le aziende italiane che approcciano gli Stati Uniti per la prima volta hanno tutte (o quasi) la stessa convinzione, assolutamente errata, che si tratti di un paese molto simile al nostro. E questa idea può portare a sottovalutare le diversità che ci sono e che rischiano di non far decollare trattative commerciali, l'acquisizione di ordini o la nascita di partnership strategiche". "Per provare a delineare -afferma Miranda- i trend emergenti nell'economia e nella società americana, illustrare le differenze del modo di 'fare business' tra Stati Uniti e Italia, fornire gli strumenti per sviluppare una strategia di successo per entrare negli Stati Uniti e analizzare i tecnicismi delle operazioni di importazione, vendita e gestione tipici del mercato americano, abbiamo organizzato, insieme a Unindustria Reggio Emilia e Cis Scuola per la gestione d'impresa, un corso rivolto a imprenditori, export manager, marketing manager che si svolgerà nei giorni 7-14-21-28 maggio". E proprio per fare primi passi verso gli Stati Uniti ecco il decalogo di ExportUsa. - Il mio prodotto va bene per il mercato americano? E' fondamentale avere un prodotto adatto per il mercato a cui ci rivolgiamo. Non è detto che, se ha avuto successo in Italia, debba averlo necessariamente anche oltre oceano. - Chi sono i miei concorrenti diretti? Non possiamo pensare di entrare in un mercato straniero senza conoscerlo a fondo e senza sapere chi sono i nostri competitor, i loro punti di forza e i loro punti di debolezza. - Quale è il prezzo di riferimento? Scegliere il prezzo di vendita sbagliato può essere fatale. È importante avere una strategia ben definita e conoscere i prezzi medi di vendita dei prodotti simili per evitare di essere fuori mercato. - Ho tutte le certificazioni che servono? I prodotti che devono essere venduti negli Stati Uniti spesso necessitano di certificazioni specifiche di cui dobbiamo tenere conto quando vogliamo esportare. Per i prodotti alimentari, ad esempio, occorre essere a norma con quanto previsto dalla Fda-Food and drug administration. - Come si svolge il processo d'acquisto tipico per il mio prodotto? Cosa spinge il consumatore ad acquistare il mio prodotto? Quale bisogno soddisfa? E cosa posso offrire di più rispetto ai competitor? - Il prodotto richiede assistenza pre o post vendita? Se la risposta è sì, dobbiamo predisporre una rete di customer service in loco che possa supportare e guidare i clienti. - Ha senso spedire la merce direttamente dall'Italia? Può essere che spedire direttamente dall'Italia si riveli troppo oneroso in termini economici e di tempo. Se così fosse, potrebbe essere necessario produrre direttamente in loco oppure più semplicemente avere un magazzino negli Stati Uniti. - Quali sono i canali di vendita azionabili per il mio prodotto? È indispensabile sapere se è meglio vendere il prodotto online oppure in uno store fisico. In questo secondo caso, sarà fondamentale scegliere la location più adatta. - Esistono possibilità di cross/up selling? Cosa posso offrire di più al cliente che ha scelto il mio prodotto? Posso creare dei pacchetti specifici per fidelizzarlo? - Quali spazi esistono per innovazioni di prodotto o di processo? Come posso rendere il mio prodotto più innovativo e quindi più accattivante per il mercato americano?

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