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Lavoro: Randstad, si lascia per stipendi bassi e poche prospettive

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Milano, 19 apr. (Labitalia) - Stipendi bassi, work-life balance sbilanciato e poche prospettive di carriera sono i principali motivi che spingono a lasciare il posto di lavoro. A rivelarlo è la ricerca del Randstad Employer Brand, commissionata da Randstad - secondo player al mondo nei servizi per le risorse umane - all'istituto Kantar Tns per misurare il livello di attrattività percepita delle aziende italiane da parte dei possibili dipendenti. La ricerca ha indagato i fattori che hanno convinto i lavoratori che nell'ultimo anno non hanno cambiato datore di lavoro e che non intendono cercare un altro impiego e, viceversa, i motivi che hanno spinto ad abbandonare la propria azienda. Il fattore che ha pesato di più sulla scelta è stato il buon equilibrio fra vita professionale e privata (scelto dal 45% del campione), seguito da sicurezza del posto di lavoro (41%), atmosfera di lavoro piacevole (38%), solidità finanziaria (37%) e contenuto di lavoro interessante (36%). Il corretto bilanciamento fra lavoro e tempo libero è il fattore che più contribuisce a trattenere anche i lavoratori fra i 25 e i 44 anni di età (45%) e il segmento che possiede un livello medio di scolarizzazione (46%), mentre i lavoratori più giovani sono maggiormente attratti dalla visibilità del percorso di carriera (34%) e i più anziani dalla possibilità di raggiungere facilmente il posto di lavoro (42%). I lavoratori meno istruiti indicano salario e benefit come fattore più attraente (35%), mentre i lavoratori col più alto livello di istruzione sono più attenti al contenuto di lavoro interessante (45%). Infine, le impiegate donne rimangono più fedeli all'azienda in cui lavorano se l'atmosfera di lavoro è piacevole (40%), mentre gli uomini danno un'importanza maggiore alla solidità finanziaria (41%). Gli italiani che, invece, hanno cambiato lavoro nell'ultimo anno o che intendono cambiarlo nei prossimi dodici mesi individuano al primo posto, fra i fattori che li hanno spinti a cercare un altro impiego, lo stipendio troppo basso (45%), seguito da work-life balance sbilanciato (39%), scarsa visibilità del percorso di carriera (38%), contenuto di lavoro poco stimolante (32%), instabilità finanziaria (30%). Il salario insufficiente è anche il primo motivo che induce il segmento di lavoratori fra i 25 e i 44 anni di età (47%) e in possesso di un elevato titolo di studio (47%) a cercare un altro impiego. La solidità finanziaria preoccupa soprattutto i lavoratori più anziani (35%) e meno istruiti (32%), mentre lo squilibrio fra vita privata e lavorativa è la principale causa di interruzione del rapporto di lavoro fra le donne (41%) e i dipendenti più giovani (44%). Infine, le probabilità che i lavoratori di genere maschile lascino l'azienda aumentano se non ci sono sufficienti occasioni di crescita professionale (40%), mentre il segmento a media scolarità si dimostra il più attaccato al proprio impiego, anche nel caso in cui vengano offerti pochi o nessun vantaggio (soltanto il 10% lascerebbe l'azienda).

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