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Filippo Facci: perché Marco Travaglio merita ambulanza e flebo d'ossigeno

Andrea Tempestini
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Ieri mattina, quando mi sono comparse davanti la sora Polverini e la sora Merlino che ciacolavano su La7, mi è quasi venuto da solidarizzare con Marco Travaglio. Intendiamoci: Travaglio che scrive "non ho mai insultato nessuno" (Il Fatto Quotidiano di domenica) merita l'ambulanza e una flebo di ossigeno. Preoccupa meno che abbia scritto "in 8 anni ho affrontato centinaia di contraddittorii senza che nessuno riuscisse a smentire una sola mia parola", perché l'Agenzia del farmaco per fortuna ha autorizzato efficaci terapie contro il delirio di onnipotenza. Ne fa parte il suo concetto di talkshow: un "racconto di fatti veri" in cui l'ospite può essere criticato e interrotto dal cane da guardia della verità (Travaglio) il quale però non può essere ricambiato neanche dal conduttore o da altri ospiti come lui. Però ecco: il monologante ha ragione da vendere quando scrive di "figuranti da talkshow, marionette senza sangue che s'incazzano e si placano a comando, poi vanno a farsi due spaghi insieme". È esattamente così. Incazzarsi in diretta può essere normale, ma se rimani incazzato anche a telecamere spente allora ecco, diventi un marziano: non si contempla che qualcuno possa crederci davvero, perdere l'appetito anziché attavolarsi con te e ordinare l'amatriciana dopo averti dato del ladro o del traditore. Per inquadrare la crisi dei talkshow si scomodano scenari immaginifici, ma spesso, semplicemente, è che ospiti e conduttori non hanno un vero pensiero su niente. A un certo punto si percepisce. di Filippo Facci @FilippoFacci1

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