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'Gelaterie d'Italia' del Gambero Rosso dà voti ai 'maestri'

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Rimini, 22 gen. (Labitalia) - C'è gran fermento fra i maestri gelatieri. Al pari di cuochi, pizzaioli e pasticceri, si riuniscono in associazioni, studiano ingredienti e caratteristiche organolettiche, si confrontano su ricette e tecniche, fermamente convinti della necessità di tutelare quel gelato buono e sano che tutto il mondo ci invidia. A tracciare l'identikit è la guida 'Gelaterie d'Italia 2018, del Gambero Rosso, presentata durante il Sigep in corso a Rimini Fiera. "C'è ancora molto da fare, la strada è lunga, ma i veri gelatieri - sottolinea la guida - non sono più disposti a compromessi. In mancanza di una legislazione chiara e netta sulla dicitura artigianale, hanno deciso di dare l'esempio in prima persona dando vita a un gelato senza se e senza ma. Un gelato che, in linea con i tempi e le esigenze salutistiche sempre più pressanti, si libera di luoghi comuni: sceglie la filiera trasparente e quindi diversifica il prodotto, dimostra che anche in tema di zuccheri e grassi si può far molto. Basta studiare e provare". Come testimoniano i maestri che raggiungono le vette più alte della classifica. I numeri sono ancora piccoli (4 nuovi 'Tre Coni' per un totale di 40) rispetto allo sterminato numero di gelaterie presenti nel nostro Paese, ma la tendenza è chiara: anche il gelato è una delle bandiere del made in Italy e come tale deve essere sempre più un alimento buono, sano e sostenibile, in ogni sua componente. La regione che registra il più alto numero di 'Tre coni' è l'Emilia Romagna con 7 insegne; seguono con 6 Piemonte e Lombardia; quindi Toscana e Lazio con 5, Liguria, Veneto e Friuli Venezia Giulia e Campania con 2, Marche, Basilicata e Sardegna con 1. Il premio per il miglior gelato al cioccolato va a Il Gelatiere Stefano Dassie di Treviso, mentre gelatiere emergente è Nicolò Arietti di Gelati d'Antan di Torino. Il premio per il miglior gelato gastronomico va ad Andrea Bandiera della Cremeria Scirocco di Bologna. Il premio sostenibilità a Stefano Roccamo di Stefino di Bologna.

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