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Emergenza profughi a Milano, l'assessore Majorino indagato per diffamazione

Giulio Bucchi
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L'assessore comunale Pierfrancesco Majorino è indagato per diffamazione. Le indagini del procuratore Gaetano Ruta sul candidato alle primarie si sono concluse lo scorso ottobre e hanno riconosciuto il carattere diffamatorio del responsabile per le Politiche sociali nei confronti di Luca Longo, il presidente di Asscom Porta Venezia, il quale in piena emergenza profughi si era «permesso» di alzare la mano per dire che il Comune non aveva alcun accordo con la Croce Rossa Italiana per gestire la situazione. La vicenda risale al luglio 2014. In quei caldi giorni estivi la presenza dei migranti eritrei e siriani tra le vie di Porta Venezia era diventata insostenibile. Come ha dichiarato ai carabinieri in un verbale del 23 gennaio 2014 Vincenzo Viola (consigliere del Consiglio della Zona 3 del Comune e capogruppo di Fratelli d'Italia), i profughi bivaccavano, mangiavano e facevano i loro bisogni in strada. Viola è ascoltato in qualità di persona informata sui fatti e racconta di un consiglio straordinario del 10 luglio alla presenza dell'assessore alla Sicurezza Marco Granelli e di Majorino, al quale è chiesto se la convenzione con la Cri esista davvero. La risposta è precisa: sì. Ma Longo, presente all'incontro, sostiene pubblicamente il contrario. Le sue dichiarazioni finiscono sui giornali e il 16 luglio il Comune scrive un comunicato stampa in cui tenta di smentire il presidente dell'associazione dei commercianti. «Vanno respinte al mittente le accuse rivolte oggi al Comune dal presidente dell'Asscomm Porta Venezia, Luca Longo. È falso che questa Amministrazione non abbia coinvolto la Croce Rossa Italiana nell'accoglienza dei profughi siriani ed eritrei e che non abbia dato assistenza a queste persone - si legge sul sito del Comune - I contatti tra operatori dei Servizi sociali del Comune e della Croce Rossa Italiana (Comitato Provinciale di Milano) sono stati costanti fin dall'inizio dell'emergenza, e la stessa CRI è stata invitata a partecipare alla procedura selettiva indetta dal Comune per la gestione del presidio fisso attivo in Stazione Centrale (hub), vinto dalla Cooperativa Universis». Dunque Longo è un bugiardo e l'Istituzione, quella scritta con la lettera maiuscola, è onesta e limpida. Peccato che nel verbale del 22 gennaio 2014 il presidente pro tempore regionale della Cri per la Lombardia, Maurizio Luigi Cesare Giuseppe Gussoni, smentisca a sua volta le parole di Majorino. Riferisce che in quel periodo il Comune non ha mai stipulato accordi né preso contatti con la Croce Rossa Italiana della Lombardia per occuparsi della gestione dell'emergenza. Gussoni avrebbe appreso della questione leggendo i giornali e, nel dubbio, dice di aver chiamato il presidente provinciale pro-tempore della Croce Rossa di Milano - Antonio Rariosdio - per avere delucidazioni. Sorpresa, neppure Rariosdio era a conoscenza della collaborazione. Stretti, invece, furono i contatti con la Prefettura. Ora la parola passerà al gip. Avremmo voluto sentire la versione dell'assessore ma non siamo riusciti a contattare lui né il suo l'entourage. «A questo punto credo che Majorino debba ritirare la sua candidatura alle primarie e alla poltrona di sindaco - commenta Luca Longo -. La sinistra ha sempre combattuto contro gli impresentabili, i candidati con processi pendenti o indagati. Questo è il caso. Lo penso io e anche i 1.200 iscritti all'Asscom Porta Venezia. Sia chiaro, comunque, che nel caso dovessimo vincere il processo ed essere risarciti, tutti i soldi di Majorino andranno in beneficenza». In attesa di capire come finirà il processo, questa storia rischia di essere l'ennesima tegola sulla campagna già traballante di Majorino per le primarie. E che forse potrebbe accelerare il ritiro dell'assessore, magari a favore della collega di giunta Francesca Balzani. di Salvatore Garzillo

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