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Il Pd manda i pannolini ai bimbi quando non se la fanno più sotto

Alessandra Menzani
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È un periodo nero per il Partito Democratico tra guerre fratricide, scissioni varie e la clamorosa débâcle delle scorse amministrative: eppure, dopo aver perso la fiducia degli elettori, il centrosinistra adesso rischia di inimicarsi anche i neonati (uniche creature umane che - per inconsapevolezza e candore - nutrono ancora sentimenti neutri verso di loro). Succede a Milano, dove a fine 2016 è stata promossa un' iniziativa assolutamente lodevole, sulla carta: si tratta del cosiddetto "pacco bebè". In poche parole, dal 15 dicembre scorso si è deciso di spedire un pacco regalo per dare il benvenuto a tutti i bambini nati all' ombra della Madonnina, ritirabile presso una delle tante farmacie Lloyds della città e contenente tanti oggetti preziosi: tutine, bagnoschiuma, libri di favole, paste protettive, creme per il seno e confezioni di pannolini. Ed è proprio su quest' ultimo oggetto, deputato a raccogliere la pupù dei pargoli, che il centrosinistra ha fatto flop. Difatti, da diverse settimane, decine di mamme e papà inondano di proteste i social network: sembra infatti che le lettere spedite dall' Ufficio Anagrafe per avvisare le famiglie del regalo in molti casi accumulino ritardi fino a 4 mesi: ragion per cui gli indumenti non rispecchiano più la taglia del bambino. «Una tantum che il Comune vuole fare una cosa carina per le famiglie sbaglia la tempistica» si sfoga Jane, seguita a ruota dalle sue colleghe mamme, alle quali si rivolge con un post pubblico: «A noi è capitata la stessa cosa - dice Nuna -; le tutine erano pure giuste di taglia, ma in pile, e mia figlia è nata a marzo!». Le fa eco Roberta: «Anche a me è arrivata dopo due mesi, quindi non mi è servita a nulla», seguita da Patrizia, che non potrà usare i pannolini «ma forse tutina e cappellino sì, ma solo perché lunghi e di cotone; probabilmente andrò in montagna!». Se a Guia non è neppure arrivata la lettera, per Silvia si tratta di soldi buttati via: «Non conosco nessuna mamma a cui la lettera è arrivata in tempo. Questi soldi il Comune potrebbe reinvestirli in qualcos' altro, se non sono in grado di garantire le tempistiche». Ora, è doveroso specificare che il progetto non grava sulle casse comunali, dal momento che è sostenuto da sponsor privati tra cui Huggies, Ovs, Chicco e Philips, con la collaborazione di Unicef. A lanciare l' iniziativa nella metropoli ambrosiana è stato l' assessore alle Politiche Sociali Pierfrancesco Majorino, poco conosciuto a livello nazionale ma famoso a livello locale per le sue idee in tema di immigrazione: sua l' idea di promuovere a Milano la "marcia dei migranti" dello scorso 20 maggio. In questo caso però Majorino, anziché calpestare la solita buccia di banana, è scivolato su un pannolino. L' esponente dem aveva presentato il progetto a inizio anno, porgendo il pacco ai genitori di Riccardo, primo nato dopo il 15 dicembre scorso. «Una bella iniziativa - ebbe a dire -, che ci consente di dare il benvenuto alle nuove nate e ai nuovi nati donando una serie di prodotti utili per l' allattamento, la cura e il benessere del piccolo. La nascita di un figlio è un momento straordinario per una famiglia ma anche per una città. Questo regalo ci è sembrato un bel modo per festeggiare insieme». Peccato che la lettera - e il regalo - di benvenuto rischi di arrivare quando i figli sono già entrati nella burrascosa fase adolescenziale. A ironizzare sulla vicenda è il consigliere comunale di Lega Nord Alessandro Morelli: «Oltre al Pacco (e non Patto) per Milano, quando Renzi promise a Sala fantastilioni di finanziamenti che nessuno ha mai visto, ecco il secondo pacco, quello di Majorino. Fortunate quelle mamme - soprattutto straniere, per la gioia dell' assessore - che partoriranno 10 figli: se i pannolini non andranno bene al primogenito, potranno essere utilizzati dai suoi fratellini più piccoli». Ora, per andare sul sicuro, dentro la scatola sarebbe opportuno inserire anche una dentiera: con questi uffici postali non si sa mai. di Andrea E. Cappelli

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