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Evviva l'applicazione per donne che odiano le donne

Andrea Tempestini
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La morbosa, scrupolosa, curiosità che le donne riservano a radiografare le altre donne non ha limiti. Poco importa che tentino con sorrisi tirati di ostentare indifferenza. Paragoni, giudizi e malignità di vario genere sono all'ordine del giorno. Pure durante i Mondiali, occasione che Silvia Berti non si è lasciata sfuggire per lanciare sul mercato rosa una bomba chiamata WagsApp. Finestra perennemente aperta sul mondo fatato delle Wags, creature spodestate dall'Olimpo calcistico e costrette a diventare protagoniste delle attività telefoniche a cui le italiane si dedicano durante le partite. WagsApp, infatti, si scarica sul telefono con la stessa disinvoltura con cui si procede al download di Candy Crush. Chiunque è consapevole che ad una certa età i giochini dovrebbero essere accantonati, eppure in pochi resistono alla tentazione di inclinare occultandolo lo schermo del cellulare e di lasciarsi andare a cinque minuti di imprecazioni infantili. Ecco, con questo stesso umore, misto di vergogna e goduria, ci si presta a dissertazioni infinite sulle mogli e fidanzate dei calciatori di Brasile 2014, arrivate a Rio portandosi dietro montagne di bagagli e pettegolezzi. Tra giudizi «tecnici» e confronti improbabili («Fanny dopotutto è volgarotta, Shakira si è rovinata con la pubblicità del Bifidus, la Carbonero con l'età»), c'è da dire che l'App offre spazio anche all'adorazione. Con un semplice clic è concesso votare la Wags più bella. Ma si sa. Le donne disposte a farlo sono poche, tanto vale votare la più antipatica. E io propendo per la Posh Spice Victoria. Anche se lo scettro l'ha perso quando Beckham ha appeso le scarpette al chiodo. di Claudia Casiraghi

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