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Veneziani: "Fitto ribelle? Macché sulle barricate si spettina"

Nicoletta Orlandi Posti
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"Elogiatelo o condannatelo, se credete, ma non definite Raffaele Fitto un ribelle". Inizia così il commento scritto oggi da Marcello Veneziani sul Giornale. "Non gli si confà al carattere, allo stile, alla biografia, al modo di parlare, di vestire, di pettinarsi", puntualizza spiegando che "Fitto è nato democristiano" e che "solo un politico audace e visionario potrebbe tentare l'impresa di fondare un centrodestra che non c'è". "Un tempo delfino di Berlusconi, ora vogliono farlo passare per piraña anti-Silvio, ma non è nel suo temperamento", ribadisce Veneziani. "Il problema è che se non hai seguito gli alfaniani, non vuoi patti con Renzi, non vuoi sterzare a destra e detesti il lepenismo di Salvini (ma Bossi secessionista ed estremista, partner per tanti anni, andava bene?), lo spazio che resta è stretto e indefinito". Veneziani si chiede se "un oculato, pettinato, stimato democristiano potrà mai rivoltare il reale nel nome dell'ideale?". E ancora: "Potrà mai compromettere la permanente per salire sulle barricate? E poi se Bari, per lui leccese, era già terra straniera, Roma e Milano non sono su un altro pianeta?". Il pezzo si chiude così: "Chissà se vedremo un giorno un Fitto in versione scapigliata e scamiciata, con inflessione grillina, che incita alla rivolta, con sprezzo del pericolo e della pettinatura".

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