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Brambilla, Sgarbi, Tremonti? Gode Berlusconi: quanti voti servono per il trionfo al voto

Eliana Giusto
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Alle prossime elezioni politiche andremo a votare con un sistema elettorale per poco più di un terzo maggioritario e poco meno di due terzi proporzionale, senza voto disgiunto e senza preferenze e con soglia di sbarramento per la parte proporzionale dei collegi plurinominali, fissata al 3% su base nazionale sia per le liste coalizzate sia per quelle che si presenteranno singolarmente. C' è anche una soglia "implicita", di cui nessuno parla, che è quella dell' 1% per le liste coalizzate. Non si tratta di una soglia di sbarramento, infatti chi non dovesse raggiungere il 3% non avrà comunque alcun diritto all' attribuzione dei seggi per la quota proporzionale, ma dell' opportunità di contare qualcosa se non si raggiungesse il 3% ma almeno l' 1%. Nella sommatoria dei voti da attribuire a ciascuna coalizione di liste nei collegi plurinominali, verranno infatti conteggiati anche i voti di quelle liste che otterranno almeno l' 1% su base nazionale. Per il centrodestra potrebbe essere sia il caso del partito degli animali di Michela Vittoria Brambilla, quello del Movimento nazionale per la Sovranità di Francesco Storace e Gianni Alemanno e quello di Direzione Italia di Raffaele Fitto o dell' Udc di Lorenzo Cesa. Un' incognita è rappresentata da Rinascimento di Vittorio Sgarbi e Giulio Tremonti, che per certo supererà l' 1% ma potrebbe rappresentare una delle vere novità elettorali andando ben oltre la soglia del 3%. Medesimo discorso per il centrosinistra, dove i partiti di Giuliano Pisapia, Pier Luigi Bersani e Angelino Alfano (se decidessero di coalizzarsi con il Partito Democratico) potrebbero - nel caso qualcuno di essi non raggiungesse la soglia del 3% ma superasse quella dell' 1% - andare, anche se inutilmente, ad ingrassare il partito di Matteo Renzi. Diversa invece la situazione per le liste che correranno da sole, cioè non in coalizione. Qualora non raggiungessero singolarmente la soglia di sbarramento del 3%, i loro voti verranno distribuiti "pro-quota" alle altre liste che invece supereranno la soglia, quindi in proporzione ai voti da queste ottenuti. E ciò consentirà a ciascuna lista oltre-soglia di aumentare, seppur di poco, i seggi in Parlamento. Tra le liste che andranno da sole, al momento abbiamo CasaPound (che potrebbe benissimo giocarsela per il 3%), e probabilmente Alternativa Popolare di Alfano, che - visto il dato siciliano - potrebbe invece restare fuori dal Parlamento. Stesso discorso per Mdp-Articolo1 di Bersani e D' Alema che - qualora corresse da solo - ha più possibilità rispetto alle altre liste di superare la soglia di sbarramento. Molto più complicata invece la strada per la nuova formazione di Antonio Ingroia e Giulietto Chiesa, per la quale sarà davvero difficile raggiungere la soglia del 3%, anche alla luce del fatto che nel 2013 Ingroia si attestò intorno al 2%. Ma non si sa mai. Con i magistrati in politica è sempre meglio andare cauti. Di questa situazione, soprattutto in merito alle liste coalizzate che raggiungessero almeno l' 1% dei voti, troverà giovamento la coalizione vincente che vedrà accrescere nel complesso la percentuale dei propri voti nei collegi plurinominali e, di conseguenza, troverà beneficio anche nei collegi uninominali vista l' assenza del voto disgiunto. Insomma, a fare la differenza alle prossime elezioni politiche saranno i partitini. E ad avvantaggiarsene sarà il centrodestra. Se inoltre Rinascimento dovesse superare la soglia del 3% allora il centrodestra avrà (almeno numericamente) una maggioranza solida per poter governare. di Paolo Becchi e Giuseppe Palma 

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