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Vittorio Feltri contro Alessandro Di Battista: "Imita i tacchino gonfiando il petto, mi auguro che sparisca"

Andrea Tempestini
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Sono sempre stato un estimatore entusiasta di Giampaolo Pansa anche se l'ho in alcune circostanze sbeffeggiato per ritorsione. Ma oggi devo dire: egli rimane un grande giornalista capace di divertire oltre che di sedurre il lettore. Domenica ha scritto un pezzo sulla Verità, in risposta al grillino Alessandro Di Battista, il quale in una certa occasione gli aveva dato del rincoglionito. Un articolo bellissimo e lucido in cui l'autore dimostra di essere mentalmente un giovanotto che, nonostante gli anni, più di ottanta, ha la testa e la penna a posto. Mentre il pentastellato, che osa sfruculiare uno dei monumenti del giornalismo patrio, è e rimane un parvenu della carta stampata, incapace di diffondere il proprio libriccino a livelli che non siano rionali. Leggi anche: Feltri brutalizza Civati in diretta da Giletti Pansa lo ha fatto a pezzi con mille validi motivi. Il ragazzo dei 5 Stelle pontifica e si atteggia a esperto conoscitore della politica, ma non ha neppure capito come mai gli italiani non hanno più voglia di votare. Giampaolo viceversa lo ha capito benissimo e lo spiega con parole semplici e convincenti. Infatti, la politica ha disgustato la massa a causa della propria inconcludenza, e solo i più stolti intendono dare il consenso al partito di Di Battista per fare rabbia alla cosiddetta Casta. Illusi. Il punto è un altro. Mi riferisco al fatto che il seguace di Grillo, per contestare Giampaolo, si riduca a usare il luogo comune più sdrucito e logoro. Quello a cui la maggioranza delle persone meschine ricorre allorché affronti una qualsivoglia discussione con una persona anziana: zitto tu che sei bolso e rincoglionito, io invece sono giovane e quindi ho sempre ragione. A parte l'insipienza del concetto, anzi, la balordaggine, mi domando come si permetta un signor zero di sbeffeggiare un giornalista rinomato quale Pansa senza argomentare il suo punto di vista, meglio, di svista. Siccome Giampaolo ha superato gli ottanta anni può essere considerato coglione? Ma coglione è chi si permette di usare una espressione tanto triviale rivolgendola a un professionista che ha fatto scuola nella propria categoria. Non ci stupisce che la denigrazione sia praticata dai grillini: ci infastidisce che un nessuno quale Di Battista offenda un fuoriclasse che, per quanti errori possa avere commesso, rimane una stella fulgida nell'oscuro firmamento del giornalismo e della letteratura nostrani. Giampaolo ha insegnato a un paio di generazioni di nostri colleghi il mestiere di cronista, e se pochi sono riusciti ad arrivare alla sua altezza, non è colpa sua bensì di coloro che non ce l'hanno fatta a emergere con la sua stessa prepotenza e abilità. Che ora salti su un pentastellato dal curriculum sbiadito a dargli la pagella suona ridicolo oltre che ingiurioso. D'altronde non è una novità che i trentenni stolti, quando intendono gettare merda su una persona ultraottantenne o solo ultrasettantenne, in mancanza di idee intelligenti o almeno originali, le danno della rincoglionita. Non sono capaci di meglio. La strapazzano in quanto ha i capelli bianchi o è calvo. Sono persuasi di avere il cervello fino soltanto perché è vuoto, nuovo, mai usato se non per pronunciare cazzate. In realtà, sono talmente stupidi da ignorare che molti uomini, lo dimostra la storia, hanno dato il meglio di sé in età assai avanzata. Non ogni vecchio finisce all'ospizio, ammesso e non concesso che ciò sia disonorevole. Parecchi, forse tutti, sono più provveduti del nostro sbracato Alessandro del quale non conosciamo le opere e sospettiamo non ne esistano di degne e neppure di indegne. Siamo di fronte a un peperino pieno di boria e nulla più, un ragazzo senza arte né parte che gonfia il petto, imitando i tacchini, per dimostrare a se stesso e al popolo di essere vivo. Tra costui e Pansa non c'è di mezzo esclusivamente una libreria, ma anche una montagna di materia grigia. Consiglio disinteressato al giovanotto: scherzi pure con i fanti, ma lasci stare i santi, soprattutto un Santone della statura di Giampaolo, dal quale deve imparare a scrivere oltre che a vivere in modo tale da evitare figuracce. Sappiamo che non si candiderà alle prossime elezioni, e di questo gli siamo grati. Non basta. Sparisca dalla scena e si consoli con qualche scema, che non manca mai se si tratta di far compagnia a qualche sopravvalutato. di Vittorio Feltri

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