Cerca
Logo
Cerca
+

Vittorio Feltri: paghiamo le tasse ma non sappiamo dove finiscono

Matteo Legnani
  • a
  • a
  • a

Tasse, maledette tasse. Ci tocca pagarne un fottio e non sappiamo perché. Dove finiscono i nostri soldi? A quali scopi vengono usati dallo Stato? Nessuno ce lo ha detto. È un segreto. Infatti, benché pubblici, i bilanci non spiegano chi e quanto incassa. Si limitano a riassumere le uscite: tanto per l' istruzione, tanto per la sanità eccetera. Dati riassuntivi da cui si evincono le spese sostenute globalmente. Mancano i dettagli, l' identità di quelli che hanno intascato e per quale motivo. Un presidente della commissione, appunto, di bilancio, alcuni anni orsono mi ha confidato di non aver mai visto, dicesi mai, gli allegati della contabilità, i soli buoni per conoscere i nomi di quelli che hanno percepito i denari prelevati dalle nostre tasche. Leggi anche: Vittorio Feltri: "Vi dico io chi è la vera rovina dell'Italia" Per quale ragione non si rendono note le varie voci che prosciugano gli introiti fiscali? Il problema probabilmente è il seguente: i funzionari dei ministeri, coloro che comandano davvero ai vertici delle istituzioni, buggerando anche i politici (ignoranti quali sono), distribuiscono liquidi a chi scelgono loro, cani e porci, senza che vi sia qualcuno in grado di controllare, eventualmente tagliare o almeno correggere. Responsabili di dicastero e sottosegretari di solito sono inesperti e si fidano delle informative false fornitegli dai burocrati, e in base ad esse prendono provvedimenti ovviamente sbagliati. Cosicché il patrimonio statale viene sprecato per favorire gli amici degli amici, cioè sperperato, dissipato in iniziative che col bene comune non hanno nulla che vedere. Ecco perché le imposte versate dai cittadini (una minoranza di onesti) non bastano mai e il famigerato debito seguita ad aumentare. Non credo che Salvini sappia queste cose sporche. Gliele dico affinché si dia una regolata allorché affronterà la delicata questione della flat tax, che si può fare a una sola condizione: calcolare al centesimo le autentiche necessità di investimento routinario e gli introiti erariali. Il punto di pareggio si trova soltanto se nessuno ciurla nel manico come, invece, è sempre avvenuto, a destra e a manca. L' ideale sarebbe cacciare gli alti dirigenti dell' apparato capitolino e sostituirli con altrettanti ragionieri Rossi, cioè tecnici capaci di lavorare come di norma succede nelle piccole e medie imprese del Veneto e della Lombardia, dove i bilanci sono la radiografia fedele delle aziende. Difficile, forse impossibile ripulire i Palazzi romani, tuttavia bisogna tentare di procedere in questo senso, altrimenti la aliquota unica rimarrà un sogno puerile. La prima regola per quadrare i conti è quella di saperli fare nell' interesse dei cittadini e non per adattarli alla cupidigia degli imbroglioni dal colletto bianco o da gente con il dito sul grilletto della lupara. Da almeno 30 anni il debito cresce a dismisura e noi non ne abbiamo avuto alcun beneficio, anzi siamo stati costretti a pagare sempre più tributi. Come mai? I politici non conoscono il loro mestiere e bevono ogni balla che gli viene raccontata da qualsivoglia mezza manica prezzolata. Anziché andare in giro a predicare in piazza, Salvini dia un' occhiata ai libri contabili tenuti dai gaglioffi. di Vittorio Feltri

Dai blog