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Vittorio Feltri e il crollo del ponte Morandi: "Hanno ucciso Genova, così i politici ci lasciano crepare"

Giulio Bucchi
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Non è un fatto eccezionale che un ponte crolli. In tutto il mondo si registrano spesso disastri simili a quello accaduto a Genova. Quindi non saremo noi a lanciare accuse di qua e di là senza conoscere le cause della ultima sciagura che ha spezzato tante vite nella città. La quale, per lungo tempo, sarà funestata dalla mancanza di collegamenti stradali. Però c' è un però su cui non è possibile sorvolare. Il viadotto che all' improvviso si è schiantato uccidendo molte povere persone fu costruito mezzo secolo fa in cemento armato. Era robusto ma non eterno. Certi materiali col tempo si logorano e cedono. È fatale che a un dato momento smettano di resistere: il mio professore di fisica diceva a noi studenti che ciò che sta in alto, prima poi, casca in basso. La chiamano forza di gravità, e non è un mistero che agisca sempre. Perché non si è provveduto a verificare la resistenza dell' opera della quale parliamo? Noncuranza, sciatteria, incoscienza? Forse le tre cose insieme hanno provocato la terribile disgrazia. Non conosceremo mai i responsabili di questa tragedia, dato che in Italia, e altrove, si gioca regolarmente allo scaricabarile. Si darà la colpa a chiunque per salvare chiunque. Una storia vecchia che si ripete da che siamo al mondo. Occorre aggiungere una osservazione non marginale: come cacchio si fa a erigere un ponte della madonna che scavalca una quantità sterminata di condomini ovviamente abitati? A questa banale domanda non risponderà mai nessuno, poiché gli autori del progetto nonché chi lo ha approvato sono morti di vecchiaia. E i nuovi politici pensano alle loro poltrone, a conservarle, non a garantire la sicurezza dei cittadini, che sono carne di porco. Crepino pure. Ha ragione l' ex ministro Lunardi, grande ingegnere, quando dice che bisogna andare sotto terra con le gallerie e non in cielo. di Vittorio Feltri

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