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Non può essere Renzi il premierche va a palazzo accoltellando Letta

L'inventore della rottamazione che si fa rottamare da Napolitano? Impossibile, non ci credo

Giulio Bucchi
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Matteo Renzi ha fatto la sua fortuna politica cercando di rottamare i vecchi leader del suo partito, da lustri seduti sempre sulle stesse poltrone. Ha messo nel mirino Massimo D'Alema, il primo comunista arrivato a palazzo Chigi, ma riuscendoci solo per una congiura di palazzo con cui aveva accoltellato il suo compagno Romano Prodi. Giusta battaglia, perché alla guida del governo bisognerebbe arrivare perché scelti con il loro voto dagli elettori. Così è avvenuto per Silvio Berlusconi nel 1994 (lo scelsero 18.794.228 italiani), nel 2001 (18.071.894 voti) e nel 2008 (17.064.506 voti). Così è avvenuto per Romano Prodi nel 1996 (16.377.424 voti) e nel 2006 (19.002.598 voti, il record assoluto della storia Repubblicana). E' con il voto di milioni di cittadini che in ogni democrazia si arriva al governo del proprio paese. Altre ipotesi debbono essere una drammatica eccezione, anche se in Italia dal 2011 sono diventate la regola. Per questo non posso credere che Renzi, l'uomo nuovo, il rottamatore, pensi di andare a palazzo Chigi con la stessa congiura di palazzo che portò lì D'Alema, puntando su Enrico Letta lo stesso coltellaccio da cucina infilato allora nelle carni di Prodi e negli anni successivi per beghe interne di partito in quelle di Walter Veltroni e Pierluigi Bersani.  Leggi il post integrale dal blog Spalle al muro di Franco Bechis

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