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Diktat del guru di Grillo ai candidati: "Se eletti dovete darci i vostri soldi"

Gianroberto Casaleggio

I fondi che ogni gruppo parlamentare percepirà dovranno essere girati al movimento per le spese di comunicazione. Chi gestirà il denaro sarà uno staff scelto da Beppe

Ignazio Stagno
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  di Caterina Maniaci Nuove rivelazioni su come funziona il Movimento Cinque Stelle. O meglio, sulla sua organizzazione. Che ruota tutt'intorno a lui, Beppe Grillo, il quale ora vuole impedire ai suoi candidati di cadere in tentazione dinanzi ai fondi erogati dal Parlamento e quindi predispone una gestione ad personam, illuminata. Così chi si è candidato alle elezioni politiche nei giorni scorsi ha ricevuto un dettagliato invito a sottoscrivere delle regole ben precise sull'utilizzo dei fondi che ogni gruppo parlamentare avrà a disposizione per la comunicazione. Il documento è stato diffuso con un comunicato stampa dal ribelle consigliere ferrarese espulso, Valentino Tavolazzi. La gestione dei soldi, si legge nel testo, farà capo a due «gruppi di comunicazione» costituiti ad hoc, uno per la Camera e uno per il Senato, e composti da personale scelto in primis  da Grillo. Stilata dall'ufficio legale di Gianroberto Casaleggio, la lettera è stata spedita a tutti coloro che hanno dato la propria disponibilità a partecipare alle primarie del Movimento. Gli aspiranti deputati e senatori dovranno sottoscriverla insieme al “codice di comportamento degli eletti” pubblicato alcune settimane fa sul blog di Grillo.  Tavolazzi ha postato su Facebook la lettera di Grillo che invita alla firma e il testo da sottoscrivere per attivare la candidatura nelle liste del Movimento. Ad integrare il codice di comportamento degli eletti in Parlamento, il testo prevede la costituzione di «gruppi di comunicazione» per i parlamentari del M5S, che sarà «definita da Beppe Grillo in termini di organizzazione, strumenti e scelta dei membri», con «la concreta destinazione delle risorse del gruppo parlamentare» che sono assegnate da Camera e Senato per «gli scopi istituzionali riferiti all'attività parlamentare», nonché alle «funzioni di studio, editoria e comunicazione ad essa ricollegabili».  Tutto è stato scrupolosamente previsto. Perché ognuno dei due gruppi di comunicazione dovrà dotarsi di «un coordinatore con il compito di relazionarsi con il sito nazionale del M5S e con il blog di Beppe Grillo». La destinazione delle risorse alla struttura di comunicazione deve essere contenuta «nello Statuto di cui lo stesso gruppo parlamentare dovrà dotarsi per il suo funzionamento» ed è quindi necessaria «l'assunzione di un esplicito e specifico impegno in tal senso da parte di ciascun singolo candidato».  In rete già si accavallano dubbi e proteste di attivisti, a chiosa di quel che scrive Tavolazzi, secondo il quale «l'impegno predisposto dai legali di Casaleggio prevede che sia Grillo a decidere regole e composizione di un fantomatico comitato che dovrà sovraintendere all'uso di quei fondi e decidere a quale struttura di comunicazione destinarli. I candidati devono firmare ora, per tutta la legislatura, che delegheranno in toto la destinazione del tesoretto pubblico».   Su Facebook  un  militante commenta: «Ennesimo tassello del controllo assoluto che Grillo e Casaleggio cercano di mantenere sul movimento».  

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