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Conte, Cav, commendatoreI mille titoli del ministropiù fantozziano che c'è

Dal caso Marò al voto sulla Palestina all'Onu: l'inquilino della Farnesina è come se non ci fosse

Matteo Legnani
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di Mario Giordano Più che un ministro, un ministro in conto Terzi.  Da quando ha piazzato abusivamente alla Farnesina la sua anormale quantità   di nomi,  cognomi e titoli nobiliari, il responsabile degli esteri al secolo marchese, conte, barone Giulio Maria Terzi signore  di Sant'Agata, cavaliere del Sacro Romano Impero, Commendatore della Repubblica, Grande Ufficiale e cavaliere di Gran Croce al Sacro Militare Ordine Costantiniano (giuro che è proprio così) è riuscito a inventarsi la diplomazia trasparente. Nel senso della pulizia? Macché: nel senso che è come se non ci fosse. E, in effetti, non c'è proprio. L'unica cosa per cui ha ancora un senso la sua permanenza in carica, infatti, è il costo delle targhette sulle porte del ministero: con tutti quei nomi e quei titoli, immagino che per inciderle avremo pagato una cifra. Comunque ne valeva la pena: resteranno infatti negli archivi come l'unica traccia visibile del passaggio al ministero del marchese, conte, barone, signore etc. Che, per il resto, ha avuto sulla scena internazionale un impatto diplomatico di peso inferiore a quello del fantasma Formaggino. L'ultima impresa è stata quella dell'Onu sulla Palestina: mentre il ministro Terzi stava sostenendo la posizione dell'astensione italiana, il premier Monti telefonava ad Abu Mazen e Netanyahu per comunicargli che avremmo votato a favore.  Quando Israele ha espresso tutta la sua delusione, il cavaliere del Sacro Romano Impero stava ancora giocando a dadi con Carlomagno: «Che è successo?», si è chiesto. Gliel'hanno provato a spiegare con i disegni, allora lui ha capito, ha tirato su la testa dall'albo araldico, ha chiuso il suo libro preferito: «Piccoli Feudatari crescono», e ha rilasciato una potente dichiarazione: «L'Italia è certa dell'amicizia con Israele». Voi immaginate l'effetto comico di questa certezza fra le feluche internazionali: «Certo? Ma come fa ad essere certo  di qualcosa, dal momento che altri decidono per lui?». E qui sono partite le malelingue: ministro in conto Terzi. O anche: ministro di Terz'Ordine. O anche: più che Terzi, ultimi. A sapere.  Da quando il Cavaliere signore di Sant'Agata è ministro, in effetti, è come non avere un ministro.  In fondo è cominciato così: siccome era all'estero, non arrivò in tempo al giuramento del governo Monti. Nella foto del primo giorno lui non c'è. Dopo è arrivato ma nessuno ha notato la differenza. Questo è il suo problema. Ciò che l'ha impegnato di più, per dire, è stato il caso dei marò. Infatti i marò sono ancora in India. Non sarà che il cavaliere del Sacro Romano Impero è convinto che per liberarli bisogna aspettare che passi di lì Vasco de Gama? Un altro caso clamoroso è stato quello di Franco Lamolinara, ingegnere di Gattinara rapito in Nigeria e ucciso in un blitz deciso dalle teste di cuoio inglesi a nostra insaputa. «Non ci avevano informato», ha ammesso candidamente in Parlamento il ministro inutilmente nobile. Non l'avevano avvertito, ecco. A lui non l'avvertono mai: non l'avvertono di quella che è la posizione dell'Italia sulla Palestina, non l'avvertono del blitz in cui perde la vita un nostro connazionale, non l'avvertono che ci sono due marò prigionieri in India quasi da un anno. E' un ministro inconsapevole, insomma. In pratica solo un pennacchio di cognomi circondati dal nulla. Per cercare di dare un senso al suo soggiorno residenziale alla Farnesina, l'altro giorno Terzi ha fatto pubblicare sul sito del ministero un report della sua attività istituzionale fra il 16 novembre 2011 e il 16 novembre 2012. Risultano 1306 incontri, 67 visite ufficiali all'estero, 38 Paesi visitati, 147 voli effettuati e 286.131 km percorsi. Evidentemente ha scambiato l'incarico di governo con l'Alpitour. Non sappiamo esattamente quanto costi questa intensa attività turistica, in compenso  siamo a conoscenza del beneficio provocato: nullo. L'unica battaglia diplomatica che ha vinto è quella con la ex moglie, per via di un terreno. In compenso quest'estate a Rimini, sempre per via di una donna,  è incappato in un incidente: ha bigiato la cena con il presidente dell'Assemblea generale dell'Onu, Nassir Abdulaziz al Nasser per andare con la sua compagna. Il pezzo grosso dell'Onu se l'è presa e ha cancellato la conferenza stampa. Terzi di Sant'Agata ha alzato le spalle: «All'Onu capiranno presto chi sono io». Infatti l'altro giorno l'hanno capito.  Purtroppo. In questi mesi l'hanno accusato di tutto: di mandare a scuola i figli in auto blu e di vivere in una casa a mezzo scrocco, ma lui ha sempre negato tutto e minacciato querele.  Poi però non se n'è fatto nulla: forse aspettava che decidesse anche questo Monti. Dei suoi 286.131 km inutilmente percorsi abbiamo detto. Resta da capire perché il ministro degli esteri, non riuscendo a risolvere un caso di politica estera nemmeno per sbaglio, viaggi per partecipare in veste ufficiale anche a incontri come l'assemblea dei donatori di sangue e  l'inaugurazione della piattaforma digitale Innovitalia. Il 28 novembre, in effetti, mentre i diplomatici di tutto il mondo lavoravano per decidere il futuro del Medioriente, lui stava a tagliare il nastro del portale “Sicilia 360”.  Realtà importante, sia chiaro, ma evidentemente non ancora riconosciuta all'Onu. Terzi, però,  da vero inconsapevole, non si preoccupa di nulla. Ha anche pubblicato le foto di “Siclia 360” sul suo sito.  Pare infatti che ha dispetto del Sacro Romano Impero e dell'Ordine Costantiniano, al ministro piacciano molto i new media: twetta che è un piacere, viaggia su Internet, parla di social network.  E, ovviamente, diffonde in rete le sue gaffe.  Il 12 novembre, per esempio, ha voluto commemorare la strage di Nassiriya su second life, la piattaforma virtuale che andava assai di moda alcuni anni fa. Nessuno gli ha detto che andare oggi su second life per essere più moderni è come prendere una biga per essere più veloci. Qualcuno ha scritto che forse è per questo che non è ancora intervenuto con decisione sui marò: aspetta che li liberi Pac Man. Sarà. Ma a noi resta un ultimo dubbio: non avendo mai fatto  la politica estera nemmeno su Second Life, che cosa resta a fare al ministero? Ha percorso inutilmente 286.131 chilometri: ora gli restano solo 500 metri da percorrere utilmente per andare a casa.   Li faccia. Ascolti il consiglio, caro marchese, barone, conte Serbelloni Mazzanti Terzi di Sant'Agata Viendalmare: lasci per sempre la Farnesina. Si prenda tutte le targhette e si rintani nel  suo mausoleo di cognomi. Per una volta, almeno, apparirebbe nobile davvero. E non solo sulla carta troppo intestata.           

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