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Stefano Rodotà, plauso sospetto a Giorgio Napolitano: vuole prendersi il Csm?

Andrea Tempestini
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"Io l'ho sempre stimato", dice ora Stefano Rodotà di Giorgio Napolitano. Ma come, non si erano sempre combattuti? Le ruggini tra i due affondano le radici in un passato piuttosto remoto. Entrambi finiti nel Pci, ma su posizioni opposte, nel 1992 si scontrarono per la presidenza della Camera: Rodotà, scaricato all'ultimo minuto, fu battuto proprio da Napolitano. Anni dopo, nel corso dei mandati al Colle di Re Giorgio, l'ex candidato quirinalizio dei grillini non si è mai astenuto dalle critiche: per i rapporti con Silvio Berlusconi, per la nascita del governo Letta e per la questione degli F-35 tra le altre. La lettera - Eppure, ora, Rodotà spiega: "Le parole del presidente della Repubblica, che ho trovato gratificanti personalmente, sono obiettivamente molto importanti perché rimettono sui binari la discussione sulle riforme". Rodotà e Napolitano, insomma, non sarebbero più nemici giurati. Il costituzionalista, quando plaude alle parole di Napolitano, si riferisce alla lettera scritta al Corriere della Sera, in cui il Capo dello Stato ha scritto: "Resto disponibile al confronto verso le posizioni critiche di alcuni costituzionalisti con cui sono stato legato in tempi non lontani da rapporti di stima reciproca e di consuetudine amichevole". Il confronto è quello sulle riforme, mentre il riferimento ai costituzionalisti è, tra gli altri, anche per Rodotà. Il sospetto - Dunque, può bastare una frasettina consegnata al Corsera per cancellare anni di rancori e rivalità? Difficile. Una teoria sulla "conversione" di Rodotà ce l'ha Il Giornale, che avanza il sospetto. In questi giorni, infatti, c'è in ballo il nuovo Consiglio superiore della magistratura. L'organismo, eletto per due terzi dalle toghe e per un terzo dal Parlamento, è presieduto dal capo dello Stato, ma la poltrona più importante - quella "operativa" - è quella di vicepresidente, oggi occupata da Michele Vietti. Vuoi vedere che Rodotà ambisce alla vicepresidenza del Csm? Possibile. Ma la "conquista" della poltrona è tutt'altro che scontata. Il costituzionalista che fu corteggiato e poi insultato dai grillini, infatti, piacerebbe proprio ai pentastellati e a Magistratura democratica, la corrente più di sinistra delle toghe. Ma né Matteo Renzi, né soprattutto Silvio Berlusconi, vedrebbero di buon occhio Rodotà alla vicepresidenza del Csm.

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